“Via l’obbligo di dimora”, il difensore di Pantaleoni ricorre al tribunale della libertà

Il legale del poliziotto lucchese: "L'obbligo di dimora imposto, a tutti gli effetti si traduce comunque in una effettiva privazione della libertà personale vanificando tutte le ragioni di garanzia sottese alla disciplina della durata delle misure cautelari che in tal caso con Pantaleoni ricordiamo risultano già scadute"

Gianluca Pantaleoni, l’ispettore di polizia balzato alle cronache dopo essere stato arrestato nel 2019 per una serie di accuse è ancora ristretto dalla misura cautelare: obbligo di dimora e divieto di uscire dalle 21 alle 7.

Nonostante aver trascorso un lungo periodo prima in carcere a Pistoia poi a Sollicciano e successivamente ai domiciliari, allo scadere massimo, il tribunale di Pistoia ha ritenuto sussistenti le condizioni per accogliere la richiesta del Pm di applicazione della misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di Pieve a nievole con permanenza presso l’abitazione nelle ore notturne.

Il suo difensore, avvocato Giovanni Cantelli del foro di Napoli Nord, ben noto per aver maturato la sua esperienza nelle aule bunker e nei delicati processi anche remoti delle cronache italiane, ha presentato ricorso al tribunale della libertà che ha fissato l’udienza in camera di consiglio per il 17 novembre

L’ispettore Pantaleoni da anni stà seguendo la propria vicenda giudiziaria con grande partecipazione e collaborazione a partire dalle indagini preliminari e fino al dibattimento stesso tanto di aver prestato il consenso all’acquisizione dei verbali ritenuti più validi per la stessa procura inquirente. Il suo comportamento processuale, sicuramente non allarmante, si è distinto anche nel rispetto scrupoloso delle prescrizioni impostegli e protratto in occasione dei provvedimenti autorizzativi di allontanamento dal domicilio di cui ha beneficiato.

Il provvedimento impugnato del tribunale di Pistoia, rispetto alla lungaggine del processo rischia di tramutarsi in un eccessivo sacrificio dei diritti fondamentali dell’imputato che di fatto si trova a subire una anticipatazione delle esecuzione di una sanzione che ben potrebbe mai trovare legittimazione in un provvedimento definitivo di condanna. 

L’obbligo di dimora imposto, a tutti gli effetti si traduce comunque in una effettiva privazione della libertà personale.

Peraltro la presunta vittima di circonvenzione di incapace e sulla quale pendono anche in correlazione i reati più gravi di autoriciclaggio e truffa, in dibattimento attraverso la sua testimonianza ha ribaltato completamente il contenuto di quanto riportato nella denuncia presentata alla squadra mobile, dopo essere stata accompagnata. Ha riferito che Pantaleoni fin dagli inizi della conoscenza ha sempre rifiutato un rapporto sentimentale e che in virtù di questa sola amicizia molto gradita ed apprezzata ha senza costrizione alcuna deciso di aiutare pantaleoni economicamente, per il quale permane ancora nei suoi confronti una forte stima per essere stato l’unico a farla sentire sempre normodotata. Anzi si è sentita offesa dalle accuse volte a pantaleoni circa il reato ascritto di circonvezione, ha lamentato di essere laureata con 108 su 110 di conoscere tre lingue straniere vincendo borse di studio al progetto Erasmus in Spagna ed negli Stati Uniti.

Sostieni l’informazione gratuita con una donazione

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di Lucca in Diretta, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.