Sciopero globale per il clima, a Lucca una folla di giovani in corteo previsioni foto video

I manifestanti: "Arrabbiati più che mai: non vogliamo più chiedere qualcosa ma denunciare che in tutto questo tempo non è stato fatto nulla"

Anche a Lucca tanti giovani e giovanissimi sono scesi in piazza questa mattina (24 settembre) per il settimo sciopero globale per il clima. Diversi gli slogan sull’ambiente e il cambiamento climatico portati in corteo. Messaggi che non hanno risparmiato la politica locale.

Global earth strike settembre 2021

Sotto il titolo di Wanted la manifestazione ha infatti fatto sfilare le foto – apparse anche sui muri della città – dei membri della giunta e non solo.

“Dopo due anni e mezzo dal primo Global Strike la situazione a Lucca non è cambiata per niente nonostante le promesse fatte – spiega un rappresentante di Earth strike Lucca -. Siamo qua arrabbiati più che mai: non vogliamo più chiedere qualcosa ma denunciare che in tutto questo tempo non è stato fatto nulla”.

Il corteo, partito poco prima delle 10 da piazzale Verdi ha percorso le Mura. La folla di giovani è, poi, arrivata in piazza Napoleone, dove si è seduta in modo ordinato e seguendo il distanziamento dovuto alla pandemia in corso, aspettando gli interventi. Continuano anche in piazza i cori già ripetuti durante il corteo.

“Ricercati” per disattenzione a clima e ambiente: i volti dei politici affissi ai muri

I più gettonati sono: “Non bruciamo il nostro futuro”, “Avevamo chiesto 0 entro il 2030, ci hanno dato 0”. Arrivano cori anche contro esponenti dell’amministrazione comunale, criticata duramente anche negli interventi di Piazza Grande: “Chi non salta Tambellini è” o “Chi non salta un Raspini è”. In piazza Grande il primo a prendere la parola è stato Simone Bertolucci, esponente della manifestazione, il quale, partendo dalle scimmie di qualche millennio fa e attraverso l’evoluzione, denuncia la questione della crisi climatica così: “Vi racconto la storia di una scimmia che accese il fuoco sulla terra qualche millennio di anni fa. Nel corso del tempo la scimmia si è evoluta, e qualche secolo fa la scimmia (l’uomo) costruì macchinari per conquistare in tutto il mondo il dominio su tutti gli altri esseri; ben presto – continua Bertolucci – la scimmia, per alimentare il fuoco delle macchine, iniziò ad inserire al loro interno tutto ciò che trovavano, ma tutto ciò ha un prezzo: l’atmosfera è danneggiata. Molte altre scimmie (altre persone, come quelle presenti in piazza), preoccupate da ciò, si rivolsero ai loro leader, che però erano troppo vecchi e stupidi per prendere decisioni. Le prossime pagine di questa storia – conclude l’esponente della manifestazione – ricalcheranno un tema già visto sulla terra, l’estinzione di massa”.

Bertolucci porta a termine così “la storia della scimmia”, usata come metafora per sensibilizzare sul tema e si rivolge direttamente ai manifestanti, attaccando duramente i politici: “ Ci sono dei responsabili, persone che hanno sempre saputo ma che non fanno nulla. Alcuni ignorano il problema, altri si fingono interessati, mentre altri ancora strumentalizzano il tema per ottenere voti. Siamo stanchi di avere paura – conclude Bertolucci – abbiamo paura di avere figli, che il mondo ci crolli addosso, e che tra 40 anni non ricorderemo più come si viveva nel 2021. Ora sta a noi decidere se vogliamo arrabbiarci con chi ha in mano il futuro della nostra vita o se vogliamo girarci i pollici”.

Prende la parola anche un altro esponente della manifestazione: “Oggi non siamo pochi, ma per certi versi siamo un’esigua minoranza. Di questo ne siamo consapevoli. L’ultimo report dell’Apcc (agenzia delle nazioni unite che mette insieme il meglio della scienza per la questione del clima) dice che non possiamo mitigare nel breve periodo gli effetti che si sono già prodotti sull’aumento della temperatura media globale. Alcuni assaggi di ciò, come alluvioni o stagioni torride, – continua l’esponente – li abbiamo già avuti anche in Europa negli ultimi anni.”

L’esponente continua il suo intervento affiancando alla tematica della crisi climatica, la questione sociale: “Siamo una minoranza. Come direbbe Marcuse siamo la base popolare conservatrice; siamo giovani occidentali cresciuti in una opulenza diffusa, seppur con gravi squilibri nella sua distribuzione, affezionati ad alcuni feticci, come vestiti sempre nuovi, cellulari efficienti, elettrodomestici migliori o come l’automobile; non a caso oggi si parla di una nuova motorizzazione elettrica di massa controproducente. Siamo condizionati nei nostri consumi da una piramide sociale che induce anche i meno abbienti ad imitare chi ostenta orgogliosamente di spendere di più, non soltanto nel mero senso pecuniario. Salvare il mondo e cristallizzare il nostro stile di vita e le nostre abitudini non è possibile, e ciò equivale ad una condanna certa all’inazione. Salviamoci, affrontiamo la crisi climatica – conclude l’esponente – dobbiamo rimanere sotto 1,5° di aumento della temperatura media globale, come stabilito dagli accordi di Parigi, anche se purtroppo siamo già a 1,1° di aumento rispetto al 1850/1900”.

Interviene anche uno degli organizzatori della manifestazione, Paolo Marraccini, che analizza la situazione puntando il dito contro l’amministrazione comunale: “Abbiamo lavorato tanto e abbiamo messo molto impegno, non solo per i presidi o le proteste, ma anche per intavolare una discussione con la amministrazione comunale per spingerla a fare qualcosa di concreto e per farsi promotrice della transizione ecologica. Non volevamo aspettare che un premier più illuminato si rinvenisse nel 2030 ed ordinasse a regioni e comuni di far qualcosa”, continua Marraccini. “Volevamo che fosse il comune di Lucca, che si è riempito di tante belle parole, ad incominciare e a dare un esempio per le altre amministrazioni comunali e regionali. Questa non è solo una nostra richiesta, – conclude Marraccini – tutti i gruppi locali del Fridays for future chiedono questo, che non sia la casta a dire qualcosa, ma che lo facciano i politici locali”.

A chiudere gli interventi, prende parola Rossano Rossi, segretario generale provinciale della Cgil, il quale parlando della crisi climatica, torna sulla questione sociale: “Come sindacato non possiamo non essere qui, in mezzo ai giovani. Noi condividiamo la vostra rabbia. Questo è un mondo sbagliato, condizionato da una crisi climatica che rovinerà il mondo se non si cambia il sistema. Questo sistema – continua Rossi – è sbagliato non solo dal punto di vista ambientale, ma da tutti i punti di vista. Ci sono paesi in cui si muore a 20 anni perché si muore di fame, di sete, o perché non ci sono cure adeguate. Anche in Italia le conseguenze della pandemia e della crisi climatica non le abbiamo pagate allo stesso modo, giovani e donne ne hanno risentito di più. La questione sociale e quella ambientale sono legate a doppia mandata tra loro. Noi proviamo a contestare questo sistema, ma c’è insicurezza, si è rotto l’ascensore sociale. Tutto ciò lo pagano i giovani, che pagano il prezzo più alto. Nell’anno della pandemia – conclude il segretario della Cgil Lucca – si è voluto cucire addosso a voi giovani anche il titolo di fannulloni e vagabondi perché non cercate lavoro. Ma il problema è che non c’è lavoro. Oltre il danno anche la beffa”.

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Commenti

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  1. Contrada S.Concordio
    Scritto da Contrada S.Concordio

    Anche il Comitato Per S.Concordio era presente ieri alla manifestazione per il clima, con due grandi striscioni “Basta cemento a S.Concordio” e “No al consumo del suolo”. Perchè si impone di “pensare globalmente” ed “agire localmente”, e quello che la Amministrazione comunale di Lucca sta facendo a S.Concordio, con il “mostro” della Piazza Coperta nell’area GEsam e con la “Galleria Coperta” nell’area che da P.le Moro arriva a via Savonarola, rappresenta un danno all’ambiente e rientra nella battaglia per il clima: due pesanti cementificazioni estremamente impattanti, con vasto abbattimento di alberi, che compromettono in maniera irreversibile l’area naturale del parco della Montagnola-Chiariti e l’area strategica del sito dell’antico porto canale.