Ponte a Moriano, sarà Cristina Del Francia a sostituire la dottoressa in pensione

Buone notizie per i 1500 cittadini rimasti senza medico di base dopo il pensionamento di Maria Saveria Adami

Sarà la dottoressa Cristina Del Francia a prendere il posto di Maria Saveria Adami, medico di medicina generale in pensione dal 31 dicembre a Ponte a Moriano.

Dopo le polemiche dovute alla mancanza – fino a oggi – di un sostituto che avrebbe potuto prendere in carico i 1500 pazienti della dottoressa in pensione, questa mattina (5 gennaio) a palazzo Parensi si è svolto un incontro tra la consigliera delegata alla sanità Cristina Petretti, l’assessore Francesco Raspini, il presidente dell’Ordine dei medici Umberto Quiriconi, Marco Farné dell’Azienza Usl Toscana nord ovest, il farmacista Tommaso Pellegrini e una rappresentanza di cittadini di Ponte a Moriano. Questi ultimi avevano espresso diverse preoccupazioni dato che l’altro medico presente con un ambulatorio a Ponte a Moriano non avrebbe potuto accogliere i pazienti della dottoressa Adami, costringendo i cittadini a recarsi altrove.

Ma, durante l’incontro, Marco Farné ha potuto annunciare la novità: un medico disponibile a sostituire in tutte le funzioni, anche quelle del coordinamento di medicina di comunità con gli altri medici del territorio, la dottoressa Adami. Cristina Del Francia, ha infatti accettato ufficialmente l’incarico ed entrerà in servizio in un ambulatorio a Ponte a Moriano a partire da lunedì 17 gennaio.

“Ci siamo immediatamente attivati per confrontarci con Asl Toscana nord ovest e trovare una soluzione a questo problema che colpiva così tanti cittadini – hanno dichiarato l’assessore Raspini e la consigliera Petretti – il medico di medicina generale rappresenta un insostituibile presidio della sanità e, grazie al coordinamento con tutti i soggetti interessati, è stato possibile intervenire velocemente. Questo metodo di lavoro, che parte dall’ascolto dei cittadini, si è dimostrato efficace e lo metteremo in campo per prevenire i problemi o cercare di risolverli non appena si manifestano perché la sanità territoriale, come sappiamo, rappresenta un settore particolarmente delicato dell’amministrazione pubblica e l’esperienza della pandemia ha messo a nudo proprio la necessità di maggiori risorse umane e finanziarie per coprire adeguatamente il fabbisogno dei servizi più vicini ai cittadini”.

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