Caso Pantaleoni, colpo di scena: indagati per falso i medici che avevano certificato al poliziotto la malattia

Alla prossima udienza saranno sentiti parte dei testi citati dalla difesa

Ha rischiato di saltare per legittimo impedimento l’udienza odierna al tribunale di Pistoia per l’ispettore della Polstrada lucchese Gianluca Pantaleoni, sul quale pendono 14 capi di imputazione, che vanno dalla circonvenzione di incapace al riciclaggio, l’autoriciclaggio e la truffa allo Stato. Il poliziotto, no vax convinto, fino a due giorni fa era infatti positivo al Covid, ma ieri (7 febbraio) il tampone molecolare è risultato negativo, dopo 11 giorni passati a casa in isolamento.

Sentito l’ultimo dei testi dell’accusa, un militare della guardia di finanza, in merito alle movimentazioni sui conti correnti ( per l’accusa furono circa 900mila euro i soldi passati nelle mani del poliziotto, spesi in sale giochi, slot, cene e viaggi)  poi la difesa, affidata al legale partenopeo avvocato Giovanni Cantelli, ha iniziato con l’escussione dei suoi primi testimoni, tra cui un poliziotto.

Poi il colpo di scena: la procura di Pistoia ha indagato anche i medici, circa una decina, tra dottori della mutua, e di fiducia dell’imputato, per il reato di falso: secondo l’accusa avrebbero falsamente certificato le patologie per cause di servizio di cui il poliziotto sarebbe stato affetto.  I dottori erano stati interrogati precedentemente.

Unica non indagata, e sentita oggi al processo, la sanitaria della polizia che avrebbe solo preso visione dei certificati.

“Le mie patologie – afferma Pantaleoni – erano state accertate dalla commissione medica del ministero degli interni”.

Nessun esame del pm per il reato di riciclaggio. Pantaleoni ha solo risposte alle domande del suo legale, spiegando di non aver commesso il reato e che i soldi spesi per il gioco erano denaro di provenienza lecita, usato per godimento personale.

La prossima udienza è stata fissata per la prossima settimana.

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