Riconosciuti dieci anni di precariato alla collaboratrice scolastica: risarcimento e stipendio maggiorato dal tribunale

La sentenza del tribunale di Lucca: "Gli anni di supplenze vanno tutti conteggiati per intero"

Ancora una vittoria in tribunale a Lucca di una collaboratrice scolastica sulla esatta e legittima ricostruzione della carriera e del giusto compenso economico.

La donna con 10 anni di precariato alle spalle, prima di passare di ruolo, si è vista riconoscere dalla giudice Alfonsina Manfredini del tribunale cittadino, tutti gli anni che ha lavorato ai fini della carriera, ottenendo il risarcimento e lo stipendio maggiorato perché collocata in un “gradone” più alto. Gli anni di supplenze vanno tutti conteggiati per intero e inseriti come tali nella ricostruzione di carriera: vale sia per i docenti che per il personale Ata.

Lo ha ribadito il giudice, del Tribunale ordinario di Lucca, che ha ordinato di considerare tutto il servizio alle dipendenze del medesimo Ministero, prima dell’immissione in ruolo con contratti a tempo determinato dal dicembre del 2000 fino all’agosto del 2010, riguardante una collaboratrice scolastica assunta a tempo indeterminato alle dipendenze del ministero dell’Istruzione il primo settembre del 2011. La donna, si legge infatti in sentenza,  aveva, a fondamento delle sue domande, esposto in giudizio: “di essere una collaboratrice scolastica assunta a tempo indeterminato alle dipendenze del ministero dell’Istruzione il primo settembre del 2011, attualmente in servizio presso un istituto scolastico della Garfagnana. Conclusivamente, come visto, chiede l’integrale valutazione del servizio pre-ruolo ai fini della ricostruzione della carriera con conseguente collocazione nei corrispondenti scaglioni stipendiali, e l’applicazione della clausola di salvaguardia prevista nell’accordo sindacale del 4 agosto 2011 per i dipendenti in servizio (con contratto a tempo indeterminato) a far data dal primo settembre 2010, con condanna del Ministero dell’Istruzione a corrispondere le differenze retributive dovute, le quali ammontano, a detta della parte ricorrente, ad euro 2.297,24″.

E il tribunale di Lucca le ha dato ragione su tutto. “Il tribunale, definitivamente pronunciando, ogni altra istanza e/o eccezione disattesa o assorbita, così dispone: accerta e dichiara il diritto della ricorrente all’immediato riconoscimento, ai fini giuridici ed economici, di tutta l’anzianità di servizio maturata con i contratti a tempo determinato, come se il rapporto fosse stato costituito sin dall’inizio a tempo indeterminato, e quindi con la medesima progressione professionale riconosciuta dal Ccnl comparto scuola applicabile ratione temporis ai dipendenti di pari qualifica assunti a tempo indeterminato; condanna l’amministrazione resistente, in sede di ricostruzione della carriera a collocare la ricorrente nella fascia stipendiale corrispondente a tutta l’anzianità di servizio maturata ai sensi del Ccnl comparto scuola applicabile ratione temporis ai dipendenti di pari qualifica assunti a tempo indeterminato; condanna l’amministrazione resistente a pagare alla ricorrente le differenze tra le somme che le sarebbero spettate ove fosse stata fatta una ricostruzione della carriera comprensiva di tutto il servizio effettivamente prestato prima dell’immissione in ruolo e quelle invece corrispostele nel periodo dal 20.10.2013 fino all’attualità”.

Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: “la sentenza dimostra, per chi ancora non avesse preso coscienza dell’opportunità concreta di vedersi considerare tutti gli anni di precariato, nessuno escluso, ai fini della ricostruzione di carriera: anche stavolta, il giudice ha non solo accordato la nostra tesi, ma ha anche restituito migliaia di euro al collaboratore scolastico che ha presentato ricorso, assegnandogli pure la migliore fascia stipendiale per effetto dello ‘scatto’ derivante sempre dal riconoscimento degli anni di supplenza fino ad oggi invece considerati solo in parte ai fini della formazione degli anni di carriera”. Tutti coloro che, docenti o Ata, abbiano dei servizi pre-ruolo considerati non pienamente, possono ancora presentare ricorso con Anief: a tal fine possono verificare gratuitamente l’entità della somma da recuperare attraverso il calcolatore on line messo a disposizione gratuitamente a tutti sempre dal sindacato. Anche in questo ennesimo caso i giudici hanno dato torto al ministero.

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