Beffato dalla dea bendata: fa un jackpot da 9 milioni ma Snai non paga: “E’ un errore”

L'odissea di un 48enne di Lucca che si è rivolto alla giustizia. Per la società e i giudici si è trattato di uno "sbaglio" del sistema ma ora la vicenda potrebbe finire in Cassazione

Vince 9 milioni di euro ma la Snai invoca un errore di sistema, paventando anche attacchi hacker, e i giudici di Lucca in primo grado e quelli di Firenze in secondo grado, gli danno torto. Ma la vicenda, che ha riguardato anche altri italiani in altre città, resta ancora un mistero da chiarire a fondo, e quasi certamente sarà la suprema corte di Cassazione a scrivere la parola fine sulla vicenda lucchese, così come su tutte le altre. Scrivono i giudici (Simonetta Afeltra, Maria Teresa Paternostro e Carlo Breggia) della corte d’Appello fiorentina nella sentenza pubblicata il 21 aprile scorso: “Né si può fare a meno di osservare, in conclusione, che la denunciata illusione, per quanto spiacevole possa essere stata, è durata quei pochi minuti che sono trascorsi fra la emissione del biglietto apparentemente vincente e la mancata validazione da parte del cassiere”.

Il 16 aprile del 2012, per stessa ammissione di Snai in sentenza, in Italia, in circa 17 minuti sono stati emessi sul territorio nazionale ben 241 ticket sui quali erano riportati jackpot inesistenti (e mai validati dai vari cassieri). Quel giorno nero di Snai, e dei vari clienti che pensavano di aver centrato il jackpot delle videolottery, si sono verificate diverse vincite, di varia entità, e in alcuni casi milionarie, a Ostia, Fermo, Macerata, Lanciano e in provincia di Lucca, così come in altre 236 ricevitorie sparse su tutto il territorio nazionale. In un Comune lucchese si sono state anche tre vincite di fila sempre in quel giorno relative al jackpot nazionale di circa 400mila euro ma questa del 48enne lucchese è la vincita più alta oggetto di contestazione.

Ma a prescindere dall’importo  nessuna delle vincite di quel giorno è stata pagata da Snai e quindi nemmeno al giocatore lucchese che aveva visto fuoriuscire dalla macchinetta il ticket milionario. La controversia del cittadino lucchese trae origine dalla pretesa vincita, in data 16 aprile 2012, ad un terminale di gioco videolottery, in un centro Snai di Ostia. L’uomo, a seguito dell’emissione di una ricevuta con indicata la vincita di euro 9.597.247,64 e la dicitura “incassare il denaro dal cassiere”, si è recato da quest’ultimo, il quale tuttavia non poteva corrispondere la somma di denaro, in quanto il ticket e la vincita risultavano privi dei requisiti necessari per la realizzazione del jackpot. A quel punto la causa prima a Roma e poi a Lucca per competenza territoriale (il cosiddetto foro del consumatore).

Il Tribunale di Lucca, nel 2017, aveva recepito le tesi della Snaitech spa, sostenendo che non può ritenersi configurabile la vincita, sia per la mancanza di validazione della stessa, sia perché essa è frutto di un guasto del sistema di gioco. Il tribunale, inoltre, aveva rigettato la domanda di risarcimento del danno non patrimoniale, in comparsa di riassunzione, in quanto tardiva e aveva però compensato le spese di giudizio. Il 48enne impugna allora la sentenza del Tribunale di Lucca davanti alla corte d’Appello fiorentina, in primo luogo lamentando la nullità della sentenza dovuta alla motivazione, a suo dire contraddittoria. Poi contesta anche la mancata pronuncia sulla richiesta di ammissione della ctu (perizia tecnica)  e del mancato ordine di esibizione della documentazione relativa alle verifiche informatiche sui sistemi di gioco (l’anomalia). E infine, contesta anche la decisione dei giudici di primo grado nella parte in cui rigetta la domanda di risarcimento del danno non patrimoniale. La Snai, costituitasi in Appello, da par suo, sottolinea nuovamente come in primo grado che nella giornata del 16 aprile 2012 nessuna vincita ha avuto luogo e che, a causa di un malfunzionamento del sistema di gioco, è avvenuto un evento del tutto eccezionale: in circa 17 minuti sono stati emessi sul territorio nazionale ben 241 ticket sui quali erano riportati jackpot inesistenti (e mai validati). Peraltro, afferma la Snai, il jackpot riportato nel ticket eccede il montepremi effettivamente accantonato dal sistema di gioco alla data del 16 aprile 2012 (pari a euro 401.327,13) nonché il limite di euro 500.000 dettato ex lege per le vincite jackpot di questo tipo di macchinette. La società contesta infine le censure circa la nullità della sentenza conseguente ai vizi di motivazione, e afferma la genericità ed il carattere esplorativo delle richieste istruttorie avanzate dell’uomo.

La sentenza d’Appello

Anche in Appello però non cambia nulla per lo sfortunato 48enne lucchese che ha visto svanire il suo sogno. Scrivono i giudici di secondo grado in sentenza: “Risulta evidente che vi sia stato un errore del sistema di gioco quantomeno per due ragioni: tutti i tickets indicavano montepremi superiori al valore del jackpot giornaliero (come quello dell’appellante indicante la cifra di euro 9.597.247,64 a fronte del jackpot giornaliero di euro 401.327,13) e la realizzazione di ben 241 vincite in 17 minuti è evento del tutto eccezionale nonché improbabile (tanto che nessuna vincita è stata validata). Si noti, poi, che ogni pretesa vincita – o meglio già la prima di esse – avrebbe azzerato il jackpot giornaliero vincibile, rendendo quindi comunque irrealizzabili le successive super vincite. A fronte di tali evidenti malfunzionamenti informatici, Snai era tenuta, come ha fatto, a bloccare i sistemi di gioco”.

Snai ha dunque correttamente bloccato i sistemi dopo 17 minuti di malfunzionamento, adempiendo ai propri obblighi sul punto ed ha poi pubblicato sul proprio sito internet, in data 18 aprile 2012, un comunicato sull’accaduto, precisando che “nessun jackpot è stato vinto nell’intera giornata di lunedì 16 aprile 2012”. Concludono, quindi i giudici: “Non pare dunque che sia riconducibile alcuna responsabilità alla Snaitech spa. Ad ogni modo, la domanda risulta manifestamente infondata, poiché ha ad oggetto danni non ben individuati e non provati dall’appellante che parla di una generica lesione alla serenità”. Ma per il 48enne non c’è solo la sconfitta nel secondo grado di giudizio ma anche altro, perché stavolta le spese non sono state compensate ed è stato condannato a pagare circa 9mila euro di spese processuali. Non ha avuto nulla e ha dovuto anche pagare. Sarà certamente compito della Cassazione dire l’ultima parola su questa e sulle altre vicende simili del “lunedì nero” di Snai.

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