Cambia sesso ma la legge annulla l’unione civile: il caso di Lucca in Consulta

Fissata l'udienza dopo l'impugnazione del tribunale lucchese sul caso di due persone unite civilmente

La storica impugnazione dei giudici di Lucca sulla normativa riguardante le unioni civili alla Consulta ora ha una data precisa. E’ stata infatti fissata dalla Corte Costituzionale la data in cui si svolgerà l’udienza pubblica per discutere e decidere in merito all’istanza promossa dai giudici del tribunale di Lucca, Anna Martelli, Giampaolo Fabbrizzi e Giovanni Piccioli.

Un’impugnazione storica, appunto, prima in Italia, destinata in ogni caso a rilanciare la discussione a livello nazionale. Il 9 novembre prossimo la prima udienza. In parole povere i giudici lucchesi hanno sollevato 5 questioni di legittimità costituzionale della legge, attualmente in vigore, che di fatto impone una sorta di divorzio coatto. Se in una coppia eterosessuale, regolarmente sposata, uno dei due decide di cambiare sesso, e se questo viene accordato dal tribunale competente, la legge attuale prevede automaticamente il mutamento in unione civile, se i due sono consenzienti, senza soluzione di continuità con gli anni matrimoniali precedenti, garantendo quindi alla coppia di proseguire la loro relazione anche da un punto di vista giuridico, senza fare altro.

Ma se in una coppia omosessuale unita in unione civile, sempre con la legge attualmente in vigore, uno dei due decide di cambiare sesso la legge non solo non prevede affatto la possibilità di trasformare automaticamente in matrimonio, sempre se cono entrambi d’accordo ovviamente, il loro rapporto giuridico (a quel punto possibile perché la coppia diventerebbe eterosessuale) ma addirittura prevede invece lo scioglimento immediato dell’unione civile, una imposizione di fatto che i giudici lucchesi dubitano fortemente possa avere basi costituzionali. La disparità di trattamento tra i due casi è più che evidente, con il risultato che attualmente la coppia che prima era unita in unione civile può sposarsi dopo il cambio di sesso di uno dei due ma praticamente deve ricominciare tutto daccapo e gli anni vissuti insieme in unione civile vengono cancellati, mentre nel caso opposto è garantita la continuità assoluta.

In attesa delle risposte che la corte Costituzionale darà a queste complesse questioni sollevate dal Tribunale di Lucca si può auspicare un fruttuoso dialogo tra poteri dello Stato, potere giudiziario e potere legislativo, per innovare il dettato normativo attuale, assicurando anche alle coppie unite civilmente gli stessi strumenti offerti alle coppie unite in matrimonio in presenza di una scelta di rettificazione di attribuzione di sesso involgente il diritto fondamentale dell’identità sessuale.  Strumenti che dovrebbero mirare a preservare sostanzialmente e formalmente senza soluzione di continuità i vincoli già consolidatesi tra le parti di un’unione civile, permettendo loro di non subire la perdita del fascio di diritti e doveri acquisiti in costanza di quest’ultima, nemmeno temporaneamente.

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