Volantino contro l’aborto scatena la polemica: “Un insulto alle donne”

La Cgil condanna il messaggio: "Una azione pericolosa". L'associazione replica: "Per noi è un atto di egoismo illegittimo"

Fa discutere un manifesto trovato nei giorni scorsi alla fermata dell’autobus all’ex Campo di Marte. Un volantino contro l’aborto firmato dall’associazione Evita Peron in rete contro cui si scaglia oggi la Cgil di Lucca.

“Un manifesto – si legge in una nota – che offende la dignità della donna e la vita, i diritti individuali e collettivi. Un atto gravissimo, ancor più perché vicino ad una struttura sanitaria, che dimostra la degenerazione di un pensiero conservatore capace solo di offendere e limitare le donne, e dunque la società intera con messaggi di colpevolizzazione. In un periodo storico che ha aumentato le diseguaglianze, le donne risultano ancora più fragili, più limitate dalla pandemia e dalla crisi occupazionale. Utilizzare il corpo della donna per effettuare minacce psicologiche è un atto da condannare fermamente”.

volantino contro l'aborto

“Il manifesto, che riporta una donna gravida stilizzata con scritto questo è il mio corpo e nel grembo il feto che recita invece ‘questo no’, allude – ritiene la Cgil – ad una pericolosa scissione della donna, privata non solo dei diritti sul proprio corpo, ma anche dell’ identità fisica psichica e relazionale. Dunque, del suo diritto non solo alla libertà, ma all’esistenza.  La salute delle donne, la tutela delle condizioni di vita, il benessere nelle fasi che attraversa, sono da mettere al primo posto, oggi più che mai.  La Cgil condanna questo atto vandalico e pericolosamente reazionario, volto a distruggere la figura ed i diritti della donna”.

Non tarda la replica di Evita Peron in rete: “Che tornino – scrive Desideria Raggi, responsabile dell’associazione – ad occuparsi dei lavoratori, lasciando perdere argomenti di cui non hanno la benché minima conoscenza . Fa sorridere come abbiano tentato di dipingere un manifesto del genere come una ‘pericolosa scissione della donna, privata non solo dei diritti sul proprio corpo ma anche dell’identità fisica pischica e relazionale’. Sono decenni che parlano di aborto come libertà, autodeterminazione, emancipazione, mentre la verità è ben altra: l’aborto non è un diritto, non è autodeterminazione, non è una libera scelta di disporre del proprio corpo: l’aborto è un omicidio cruento, che non consente alcuna possibilità di difesa alla vittima. Del resto, il diritto di nascere e di vivere è inviolabile: nessuno può e deve arrogarsi la facoltà di decidere chi può nascere e chi no, chi è degno di vivere e chi no, perché una vita che cresce nel ventre materno non è un grumo di cellule, ma è un cuore pulsante, un essere umano. L’aborto non è una conquista, ma un puro atto di egoismo, incivile, retrogrado, illegittimo”.

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