29 giugno: Viareggio torna in corteo per commemorare le vittime della strage

Il giorno del dolore per un'intera città, che attende ancora giustizia. Il sindaco si presenta con la fascia tricolore: contestato

29 giugno: il giorno del dolore. Viareggio non dimentica la strage. Una giornata di memoria, e di lutto. Sono passati ormai 13 lunghi anni da quella maledetta e tragica notte che ha sconvolto la città, quando alle 23,48 del 29 giugno del 2009 un convoglio merci deragliò non appena arrivato alla stazione e una cisterna carica di gpl si squarciò, sprigionando un’enorme nuvola di gas.

Una palla di fuoco illuminò il cielo estivo di quella calda notte, e in pochi attimi, dopo il primo boato, fu l’inferno: fiamme ovunque nelle case di via Ponchielli e via Porta Pietrasantina, abitazioni distrutte, persone in fiamme che cercavano di fuggire per strada, corpi bruciati, sdraiati sui marciapiedi in attesa dei soccorsi. Viareggio piombò nell’apocalisse: 32 persone, tra cui molti bambini, persero la vita. Viareggini e stranieri, in un lutto senza confini. 13 anni di lotte sono passati da quella notte da incubo, surreale e indescrivibile, che tutti noi ricordiamo con il pianto nel cuore, e questa sera, come ogni 29 giugno, un lungo corteo, e decine di striscioni, ha sfilato per Viareggio, nel silenzio e nella commozione di un lutto impossibile da dimenticare.

Il corteo è partito alle 21 dalla piazza davanti al Comune di Viareggio e c’è stata anche una contestazione al sindaco di Viareggio Giorgio Del Ghingaro per la recente rinuncia del Comune a proseguire come parte civile nel processo di appello bis a Firenze, di cui peraltro è attesa la sentenza domani, a seguito di accordi risarcitori pattuiti con le assicurazioni, come spiegato dallo stesso primo cittadino in Consiglio. Marco Piagentini, uno dei superstiti della strage, ha tentato di calmare gli animi.

Il sindaco Del Ghingaro è rimasto nel corteo e ha partecipato alla manifestazione a cui erano presenti anche esponenti della sua giunta comunale. Numerosa la partecipazione dei cittadini e delle altre istituzioni con i gonfaloni. Fra questi l’assessore regionale Stefano Baccelli e il neosindaco di Lucca Mario Pardini. “Siamo qui stasera – ha detto – nella prima uscita in veste istituzionale, per rappresentare Lucca alla commemorazione di una strage avvenuta tredici anni fa e portare la nostra vicinanza ai cittadini e alle cittadine di Viareggio, in particolare ai familiari delle trentadue vittime di quella tragica notte“. Presenti anche forze dell’ordine, vigili del fuoco, associazioni di volontariato, rappresentanti dei Comitati di stragi nei trasporti di altri luoghi italiani.

Dalle finestre delle abitazioni sono stati esposti striscioni di vicinanza ai familiari delle vittime. Una di loro, Daniela Rombi, aveva chiesto alla città di essere vicina così: “Aprite le finestre e fate rumore appendendo uno striscione”. Lo hanno fatto in tanti. Bandiere a mezz’asta negli stabilimenti balneari. Il lungo corteo sosta di fronte alla sede della Croce Verde, che quella notte subì danni e fu investita dalle fiamme oltre ad avere volontari feriti e ambulanze distrutte, e va a raggiungere via Ponchielli, la strada davanti ai binari che subì gli effetti più devastanti degli incendi del gas esploso. Qui la gran parte delle vittime, dei feriti e dei danni agli edifici, abitazioni comprese, colpite dalle fiamme. Una piece teatrale anticipa gli interventi di Marco Piagentini e Daniela Rombi, dell’associazione di familiari Il Mondo che vorrei onlus, seguiti da Riccardo Antonini, ferroviere consulente dei familiari licenziato dalle Fs.

29 giugno 2009 – 29 giugno 2022, a 13 anni dalla strage ferroviaria Viareggio non dimentica comunque le 32 vittime: Iman (3 anni), Hamza (17) e Mohammed Ayad (51), Aziza Aboutalib (46), Nadia Bernacchi e Claudio Bonuccelli, 59 e 60 anni, Abdellatif e Nouredine Boumalhaf, 34 e 29 anni, Rosario Campo, 42 anni, Maria Luisa Carmazzi e Andrea Falorni, 49 e 50 anni, Alessandro Farnocchia, 45 anni , Antonio Farnocchia, 51 anni, Marina Galano, 45 anni, Ana Habic e Mario Pucci, 42 e 90 anni, Elena Iacopini (32), Federico Battistini (32 anni), Emanuela Milazzo (63) e Mauro Iacopini (60 anni), Magdalena Cruz Ruiz Oliva, 40 anni, Ilaria e Michela Mazzoni, 36 e 33 anni, Emanuela Menichetti, 21 anni, Stefania Maccioni (40 anni), Luca (5) e Lorenzo Piagentini (2), Angela Monelli, Rachid Moussafar, 25 anni, Sara Orsi e Roberta Calzoni, 24 e 54 anni, Elisabeth Silva, 36 anni.

A fine corteo, in via Ponchielli, esattamente alle 23,48, 32 rintocchi di campana, come di consueto, per ricordare i morti.

Erano le 23.48 del 29 giugno 2009, una giornata afosa di inizio estate, quando una delle 14 cisterne cariche di gpl  del treno merci che aveva deragliato in stazione si squarciò sprigionando il gas e dopo fu l’inferno. Il cielo era rosso e denso di fumo. In pochi secondi a Viareggio fu l’apocalisse. Chi era in casa fu sopreso nel sonno dalle fiamme, qualcuno riuscì a fuggire, ustionato, sulla via Aurelia.  Mentre le case, devastate dal fuoco assassino, crollavano. 14 morirono subito, gli altri feriti dopo giorni e giorni di agonia nei reparti grandi ustionati di Cisanello a Pisa.

“Pronto, pronto, siamo a Viareggio, abbiamo deragliato, noi siamo scappati ma qua è scoppiato tutto. Trasportavamo gas liquefatto infiammabile. C’è la stazione in fiamme. Andavo a novanta all’ora, appena mi sono accorto di aver deragliato ho inchiodato e sono sceso al volo, sennò morti eravamo…”. La voce è quella del macchinista del treno deragliato.

La vicenda giudiziaria è nota: alla Corte di Appello di Firenze è in corso il processo bis e proprio per domani è attesa la sentenza.

Nel pomeriggio si era svolta la messa che ha ricordato le vittime al cimitero della Misericordia alla presenza del vescovo Paolo Giulietti. “C’è una verità dell’uomo e una di Dio – ha detto nell’omelia – Bisogna fidarsi di quella di Dio perché è dove la verità verrà sempre fuori e non deluderò le aspettative”. Il vescovo ne ha parlato facendo anche riferimento alla sentenza del processo di appello-bis che la Corte di Appello di Firenze potrebbe pronunciare domani.

La messa è stata officiata dal vescovo coi parroci della Versilia. Presenti, tra gli altri, il senatore Nicola Morra (M5s) che è anche presidente della commissione parlamentare antimafia, il prefetto di Lucca Francesco Esposito, il vicario del questore, i sindaci della Versilia e il vicesindaco di Viareggio Valter Alberici, senza fascia tricolore.

“Riguardo alla scelta dell’amministrazione comunale di tirarsi fuori dal processo accettando le offerte risarcitorie da parte delle compagnie assicurative e cessando di essere parte civile, a mio avviso l’amministrazione comunale ha il dovere quanto meno di rapportarsi con le associazioni dei familiari delle vittime. In questo caso la scelta del tutto autonoma” di rinunciare alla costituzione di parte civile nel processo di appello bis in corso a Firenze “ha leso il diritto e anche le emotività di queste persone”. Lo ha detto il senatore M5s, Nicola Morra, a margine della messa per le vittime della strage.  “Persone – ha aggiunto – che sono lì dopo 13 anni a farci capire che la sicurezza sul lavoro e non soltanto questa, deve essere un obiettivo non solo ricordato nelle commemorazioni ma tutti i giorni. Altrimenti, paradossalmente, questo paese che nell’articolo 1 della Costituzione dovrebbe essere fondato sul lavoro finisce col registrare morti sul lavoro perennemente tutti i giorni, senza che si possa arginare questa emorragia di vite”.

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