Da Catania in Toscana per le rapine in banca: condanne definitive per i pendolari del crimine

Sette anni a Glauco Cosentino e cinque al padre Giuseppe. Il 30 aprile 2019 il colpo alla Cassa di Risparmio di Volterra di Lunata

Definitive le condanne ai capi della banda dei catanesi pendolari delle rapine in banca.

Anche la suprema corte di Cassazione ha confermato le condanne del gup del tribunale di Lucca, Riccardo Nerucci, che nel 2020 in sede di giudizio abbreviato aveva comminato sette anni di reclusione a Glauco Cosentino, 29enne di Catania e cinque al padre Giuseppe Cosentino, di 60 anni. Sempre nello stesso anno avevano invece poi patteggiato le pene ciascuno a due anni e mezzo di reclusione i complici Giovanni Nicosia di 29 anni e Antonio Florio di 22. Il quinto componente, Giuseppe Luppa, 50enne catanese, aveva già patteggiato 3 anni e 6 mesi tempo prima.

La gang di catanesi era accusata dai giudici di almeno due colpi in banca: quello del 30 aprile 2019 alla Cassa di Risparmio di Volterra a Lunata e quella del 5 luglio, ste3sso anno, al Monte dei Paschi di Marina di Massa. I provvedimenti di arresto nel settembre del 2019 erano arrivati al termine di una lunga attività di indagine della compagnia dei carabinieri di Lucca sotto la direzione della procura cittadina. Le operazioni d’indagine svolte avevano preso il via da una rapina avvenuta il 30 aprile 2019 alla filiale di Lunata della Cassa di Risparmio di Volterra, proprio quella in cui un impiegato rimase ferito. Le rapine, così si è scoperto, venivano eseguite a seguito di un attento controllo delle banche nei giorni precedenti. Numerosi i sopralluoghi dei rapinatori registrati dai carabinieri, grazie alle telecamere di videosorveglianza, in decine di istituti di credito tra Lucca, Massa e Pisa. Tutte realtà che, si teme, sarebbero state visitate nei prossimi mesi dalla banda.

Il 5 luglio la banda effettua un’altra rapina. Questa volta tocca alla filiale del Monte dei Paschi di Siena di Marina di Massa. Anche in questo caso la rapina si distingue per la violenza nell’esecuzione. I malviventi minacciano con un’arma da taglio i presenti. Una cliente per lo spavento accuserà un malore. E nonostante tutto il bottino è di modesta entità, 5mila euro. Dalle immagini delle telecamere a circuito chiuso della banca di Lunata si è riusciti a ricostruire il modus operandi della banda. Si nota una persona a volto scoperto, vestito con jeans e camicia, entrare all’interno della filiale. Passano appena due minuti e un altro soggetto entra dalla porta di sicurezza, ha un cappello che gli travisa il volto, appena è dentro indossa un passamontagna e si dirige verso la cassa. Anche l’altro uomo lo raggiunge, estrae dalla tasca un taglierino e minaccia i clienti e gli impiegati. Il tutto si svolge in meno di 5 minuti, un tempo brevissimo tra l’ingresso e la fuga dei rapinatori. Ad avvisarli del tempo che passa un altro uomo che, fuori dalla filiale, bussa al vetro della porta di sicurezza per avvisare i complici di far presto.

Il gruppo criminale, sempre come è risultato dalle indagini, aveva base logistica in un appartamento del centro di Massa e per gli spostamenti utilizzavano automobili non direttamente riconducibili alle loro identità. Il caso è chiuso.

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