Entra in una casa di cura per la riabilitazione dopo una frattura, ne esce allettata e piagata. La procura apre un’indagine

La donna è deceduta poco dopo le dimissioni dalla struttura: indagati tre medici per maltrattamenti e lesioni dolose. Nei giorni scorsi l'autopsia

Arriva a 95 anni in ottime condizioni fisiche e mentali, ma poi, a seguito di una frattura, finisce in una clinica privata della Lucchesia e nel giro di poco muore, forse a causa di una sepsi partita dalle piaghe da decubito. È la triste storia di una donna di 95 anni di Lucca, su cui ora dovrà fare luce la procura della repubblica. Al momento i familiari, tramite il loro legale, hanno presentato una denuncia e ci sarebbero tre medici indagati per maltrattamenti e lesioni.

Tutto comincia quando la signora di 95 anni, perfettamente autonoma e lucida, tanto che a fine aprile viveva ancora da sola provvedendo a tutte le proprie necessità, una mattina mentre stava facendo dei lavori in casa, si rompe tibia e perone in un incidente domestico. La donna finisce al pronto soccorso dell‘ospedale di San Luca, dove viene medicata e ingessata per sanare la frattura. In quell’occasione i medici del San Luca (struttura estranea ai fatti narrati) scrivono nel referto che la 95enne, al di là della frattura, concettualmente gode buona salute ed è lucida e sana di mente.

La famiglia, dopo l’incidente domestico, potendosi permettere di sostenere anche una spesa non indifferente, per accelerare e migliorare il processo di guarigione e riabilitazione decide di mandare la 95enne in una casa di cura della Lucchesia, dove sarebbe dovuta rimanere fino alla guarigione della frattura, compresa la riabilitazione motoria. E qui cominciano i problemi. Le condizioni di salute della donna peggiorano rapidamente, sia dal punto di vista fisico sia mentale, compaiono le piaghe da decubito, si alletta e inoltre comincia ad essere anche confusa mentalmente, questo almeno è quanto rilevano i familiari durante le sporadiche visite e alla fine, dopo un mese di degenza nella casa di cura, i parenti si decidono a trasferirla in una Rsa (residenza sanitaria assistita) della Piana dove arriva a fine maggio.

Nella nuova struttura, che al momento è ed è presumibile che lo rimanga, estranea ai fatti giudiziari, la donna viene visitata e il personale rileva che versa in cattive condizioni igieniche, tanto da avere le mani sporche di feci e pezzi di cotone sporco sul corpo, forse rimasti da precedenti medicazioni. Poi il personale della Rsa rileva che ha piaghe da decubito importanti, che risponde agli stimoli se chiamata ma si lamenta, ma anche che è estremamente dolorante al tatto in gran parte del corpo ed è agitata. Inoltre nella Rsa della Piana il personale rileva e scrive, che la donna è stata dimessa dalla casa di cura senza un referto e che apparentemente non ha nessuna terapia. Dalla Rsa parte anche un’informativa inviata alla Asl e all’Acot, l’agenzia dell’ospedale che ha come scopo quello di raccordare i servizi sanitari e sociali in un’azione comune di sostegno al malato dopo le dimissioni, ma questo potrebbe essere un atto dovuto.

Insomma, dopo un mese di degenza nella prima casa di cura, lo scenario rispetto al referto dei medici del San Luca è completamente mutato: da una persona in salute, se pur 95enne, ora si parla di una persona malata e allettata. Quindi apparentemente, ma questo lo dovrà stabilire la magistratura nel corso delle indagini, nel mese di maggio 2022 trascorso nella casa di cura la situazione è precipitata e forse qualcosa nell’assistenza e nei trattamenti sanitari non è stato fatto correttamente o è andato storto, fatto sta che dopo il referto di accesso alla seconda Rsa che accoglie la paziente, i familiari si rivolgono all’avvocato Eleonora Romani, convinti che la loro parente non sia stata trattata con la dovuta cura, ma anzi si siano andati perfezionando dei comportamenti quanto meno inappropriati e che hanno causato poi un deperimento della condizioni di salute e che hanno portato la 95enne ad un repentino e forte e aggravamento.

Purtroppo lo scorso 11 luglio la signora muore e a quel punto viene depositata una denuncia alla procura della repubblica verso la casa di cura che a fine aprile aveva accolto la 95enne.

Nei giorni scorsi è anche stata eseguita l’autopsia sul corpo della donna da parte del medico legale su disposizione del sostituto procuratore Paola Rizzo, alla presenza dei periti di parte sia dei medici al momento coinvolti nella vicenda sia dei familiari. Ora bisognerà attendere il referto del medico legale, che dovrà fare chiarezza, si spera, su possibili situazioni che potevano essere evitate o che potrebbero derivare da una cattiva condotta sanitaria del personale della casa di cura nei confronto della degente.

L’indagine ovviamente è in una fase iniziale, ma già il fatto che il magistrato abbia disposto l’autopsia, potrebbe significare che qualche cosa di anomalo nella condotta del personale della prima casa di cura potrebbe essere stato rintracciato.

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