Emergenza sanitaria: da medici e volontari un grido d’allarme ma anche suggerimenti e proposte

È emerso che a favorire le 'fughe' dalle strutture sanitarie è il fatto che i medici toscani siano tra i meno pagati d’Italia

Un grido di allarme, ma anche una serie di suggerimenti e proposte operative. È quanto emerso questa mattina dalla seduta della commissione sanità, che ha ascoltato l’Intersindacale medica, veterinaria e sanitaria in merito alle problematiche del servizio sanitario regionale in Toscana, e in successione i rappresentanti di Croce rossa, Anpas (Associazione nazionale pubbliche assistenze) Toscana e Confederazione delle Misericordie in merito alle criticità legate allo svolgimento del servizio di emergenza-urgenza.
 
Da parte dei delegati dell’Intersindacale è stato sottolineato come la situazione lavorativa nel servizio sanitario regionale sia molto difficile, come la carenza del personale sia grave e come non siano tollerabili ulteriori tagli. È necessaria, questo il messaggio lanciato da tutti gli intervenuti, una riorganizzazione seria delle risorse e che impieghi le risorse dove c’è più bisogno,  eliminando quelle situazioni, soprattutto nelle piccole realtà, dove alla fine il personale è sottoutilizzato. Si stanno moltiplicando i casi di dimissioni e le fughe verso il privato, hanno avvertito i sindacati, perché in molte realtà i medici lavorano ormai con carichi eccessivi.
 
Altro problema che favorisce le fughe, è il fatto che i medici toscani siano tra i meno pagati d’Italia: riscuotono in media 7 mila euro in meno rispetto ai colleghi di altre regioni, e la situazione varia molto da azienda ad azienda. Così come la formazione degli specializzandi è in sofferenza in alcuni ambiti, perché i giovani non scelgono più specialità come l’emergenza urgenza. Occorre dunque, è la richiesta, rendere attrattive con una serie di incentivi le specialità meno gettonate.
Secondo i sindacati, inoltre, un ulteriore elemento di criticità è dato dalle “montagne” di prescrizioni mediche che si riversano sui Cup e allungano le liste di attesa, con il risultato che i cittadini per avere risposta si rivolgono ai pronto soccorso a loro volta in sofferenza. Serve, hanno proposto, calmierare le prescrizioni territoriali e perseguire una maggiore appropriatezza mettendo un tetto. Così come è stato lanciato un appello a una maggiore trasparenza nell’allocazione delle risorse e del personale, che non sempre appare equilibrata.
 
Da parte della commissione è stata ribadita la disponibilità a divenire punto di riferimento per un confronto costante sulle esigenze di chi lavora in sanità, ed è stato ricordato che nella proposta di risoluzione che è scaturita dagli Stati generali della Salute la prima preoccupazione è proprio per il personale. È già stato chiesto alla giunta un piano dettagliato sul fabbisogno di personale e si è sottolineato come sia necessario procedere alla riorganizzazione dei servizi territoriali ascoltando chi lavora negli ospedali.
L’audizione delle associazioni di volontariato toscane segue la presentazione in Commissione nella scorsa seduta, da parte della Giunta regionale,  dell’ipotesi di riorganizzazione dell’emergenza-urgenza regionale.
 
Anche in questo caso è stato disegnato un quadro di forte sofferenza determinato da vari fattori: l’aumento dei costi di carburante e altri beni, il fatto che l’attrezzatura e la sua manutenzione siano totalmente a carico delle associazioni, il carico eccessivo sui volontari, che spesso si trovano a dover effettuare turni prolungati ben oltre il pattuito. Le associazioni hanno sottolineato come nell’ultimo anno, per una serie di fattori tra cui la pandemia ma anche la diminuzione dei tempi di ospedalizzazione, i mezzi di soccorso abbiano dovuto fare 171mila viaggi in più, in stragrande maggioranza per accompagnare pazienti a ricevere terapie e per sopperire alla mancanza di servizi come la guardia medica notturna. A questo si sommano le lunghe attese che i volontari delle ambulanze devono fare prima che i pazienti siano presi in carico dai pronto soccorso o dai vari servizi, e l’impiego non sempre oculato del personale a disposizione, come far guidare le auto mediche dagli infermieri.
 
Anche in questo caso non sono mancati i suggerimenti su come intervenire, a partire da una riorganizzazione dei servizi sanitari che tengano conto delle esigenze e dei sacrifici delle associazioni che effettuano i servizi di trasporto. Non è più sostenibile, ad esempio, che si fissino i controlli o si dimettano i pazienti tutti alla solita ora.  Serve inoltre, anche in questo caso, una maggiore appropriatezza prescrittiva per impedire che i servizi siano richiesti da chi non ne ha effettivamente bisogno.
 
Il presidente della commissione ha garantito che continuerà il monitoraggio sull’aumento dei costi. La Commissione si riserva di elaborare atti sull’applicazione della normativa dei mezzi di soccorso e sulle attrezzature, e di sollecitare un maggiore controllo sull’appropriatezza prescrittiva.

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