Lavora per anni fino a 13 ore al giorno alla guida di un tir ma lo straordinario non gli viene mai pagato

Il tribunale di Milano ha riconosciuto al camionista lucchese il diritto alla somma di 152mila euro più interessi

Per otto anni di fila ha lavorato 11 ore al giorno e in alcuni giorni anche 13 ore, come autotrasportatore per conto di una società milanese che ha in appalto alcune forniture per una della più note catene di supermercati italiani ma non gli avevano mai voluto riconoscere le ore di straordinario, che invece aveva svolto, nelle varie buste paga.

Ora il tribunale di Milano, a cui si era rivolto il camionista residente in Lucchesia gli ha dato ragione e condannando la società meneghina a una somma maggiore di quella richiesta dopo una serie di calcoli effettuati da un perito. All’uomo andranno 152mila euro, oltre interessi, e la società è stata condannata anche a pagare circa 13mila euro di spese di lite e di giudizio.

Nel processo, terminato con la sentenza pubblicata lo scorso 16 dicembre a favore dell’ex dipendente della ditta milanese, è emerso che l’uomo effettuava i suoi viaggi tra la Liguria e il nord della Toscana, nelle varie sedi dei supermercati, maturando centinaia di ore di straordinario che erano state retribuite sempre e solo parzialmente e non seguendo mai il contratto collettivo nazionale che l’uomo aveva firmato.

Si legge infatti in sentenza: “L’uomo per conto della ditta resistente e effettuava trasporto di frutta, verdura, latticini, surgelati e scatolame presso vari punti vendita della nota catena di supermercati siti in tutta la Liguria e nel nord della Toscana, operando nell’ambito dell’appalto intercorrente tra le società e di avere per tutta la durata del rapporto di lavoro osservato un orario dalle 4 alle 15 dal lunedì al venerdì, con l’ulteriore presenza dei viaggi (mediamente due volte a settimana sino ad ottobre 2019) serali dalle 18 alle 21 e dalle 4 alle 11 nella giornata del sabato, di essere stato tenuto, nei periodi di attesa, per il carico e scarico delle merci, sulla base di esplicita indicazione datoriale in tal senso, a rimanere sul posto di lavoro, di aver svolto pertanto un consistente monte di ore di lavoro straordinario, retribuite sempre e solo parzialmente, e che invece sono da retribuire tenendo conto dell’applicazione dell’articolo 11 del contratto collettivo nazionale di settore, e di avere diritto alla percezione delle indennità di trasferta per tutti i giorni di servizio effettivo”.

Da queste motivazioni e dai calcoli effettuati dai periti il tribunale milanese ha emesso la sentenza e l’uomo che poi si era dimesso nel 2020 avrà i soldi che gli spettavano di diritto.

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