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Pronto soccorso, al Versilia oltre 70mila accessi in un anno. Il primario: “Solo il 20% erano emergenze”

1 gennaio 2023 | 18:30
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Pronto soccorso, al Versilia oltre 70mila accessi in un anno. Il primario: “Solo il 20% erano emergenze”

Il dottor Pepe: “Il 40% resta in attesa di un posto letto per il ricovero e resteranno in carico ai nostri medici che nel frattempo si devono comunque occupare dei nuovi pazienti in arrivo”

Sono stati oltre 70mila gli accessi al pronto soccorso dell’ospedale Versilia nel 2022, 10mila in più rispetto all’anno precedente.  E’ il dato fornito alla nostra redazione dal primario, dottor Giuseppe Pepe, oggi, 1 gennaio, che anche per Capodanno, come a Natale, e Santo Stefano, era in servizio al nosocomio di Lido di Camaiore. 

Il 20% sono stati casi di vera emergenza – spiega il direttore del reparto  -, il 40% urgenze differibili e il restante 40% codici di bassa priorità”. 

Problemi, per dirla in parole povere, come un banale mal di pancia, una ferita lieve che necessita di una semplice medicazione e di un cerotto, o una caviglia storta.

Ma, e questo Pepe ci tiene a precisarlo, esiste l'”urgenza soggettiva”,  e chi si allarma per un dolore, e non trovando, perchè è notte, o giorno festivo, il proprio medico, si rivolge al pronto soccorso è stato visitato e curato comunque.  

Il 2022 si è concluso, ieri, 31 dicembre, con due casi gravi.  “Il primo – conferma Pepe –  un anziano rimasto ustionato agli arti e al volto, mentre accendeva il camino, per il quale non è stato possibile trovare un posto letto nè a Pisa nè a Genova,e che, dopo essere stato visitato al pronto soccorso, è stato ricoverato, intubato, nel reparto di Rianimazione del Versilia.Il secondo un altro anziano arrivato con la sindrome di Guillain Barré,  una malattia rara, che colpisce 1/2 persone su centomila, e che danneggia i nervi periferici, ossia quelli che connettono il sistema nervoso centrale (cervello e midollo spinale) con il resto dell’organismo con conseguente comparsa di una paralisi dei muscoli . Anche lui, dopo le cure in pronto soccorso, è stato ricoverato in Rianimazione”.

A Capodanno, il primo caso, invece, è stato quella di una giovane arrivata al pronto soccorso con una reazione allergica, presumibilmente causata dal cibo del cenone di San Silvestro.  Alle 14 di oggi erano 52 le persone in corso di valutazione, con soli due medici in turno. “Il problema è sempre lo stesso – sottolinea il numero uno del Pronto Soccorso -, siamo sotto organico”. Sono infatti solo 15 i medici in servizio, più 3,  presi “in prestito” dal 118, grazie a un accordo interno. Quasi la metà dei medici, rispetto agli anni passati.

Oltre al sovraffollamento, c’è poi il problema dei posti letto in reparto, la percentuale di chi resta in attesa di ricovero è di circa il 40%: ” E questo significa che – spiega Pepe -,  fino a quando non si libera un letto, questi pazienti resteranno in carico ai medici del pronto soccorso che nel frattempo si devono comunque occupare dei nuovi in arrivo”.

Quale è la cosa che l’ha toccata di più nel 2022? 

Aver perso uno dei migliori medici del pronto soccorso, il dottor  Iacopo Marafini, che a soli 39 anni si è licenziato, per stress e per tutelare la sua famiglia e la sua salute da turni massacranti”. 

Il risultato più bello dello scorso anno? 

“Essere riusciti in un giorno di agosto a gestire 300 accessi, grazie al lavoro di squadra, senza abbandonare i malati gravi”

Un cruccio?

“Avverto una sorta di arretramento del sistema sanitario, come tornare al vecchio “medico portinaio”. Auspico una condivisione dei problemi con tutti i professionisti degli altri reparti e i medici di famiglia”.

Come vede il futuro? Dovrebbero essere potenziati il  sistema di see and treat (il trattamento delle urgenze minori da parte degli infermieri) e essere attivati i percorsi fast track (pecorsi specialistici per risposte rapide fuori dal pronto soccorso) e gli ospedali di comunità.

Spero nel coinvolgimento di tutti, con criteri certi di ingaggio, per definire chi fa cosa. Occorre personale che agisca, e che, magari di fronte al cambio di un catetere in un anziano, non lo dirotti al pronto soccorso, altrimenti il problema non si risolve. Nella speranza, poi, che non si creino “scatoloni vuoti”.  Per la prossima estate occorre che anche la politica si faccia sentire: chi viene in vacanza a Viareggio, e in Versilia, vuole una sanità che funzioni, ripristinando anche la guarda medica turistica”.

Mi permetta un paragone, che spero condivida – conclude Pepe -: Sono salernitano come lo chef stellato Mancino, e ci chiamiamo entrambi Giuseppe. Lui per Natale ha cucinato per i poveri, io aiuto i bisognosi”. La passione, li accomuna, per raggiungere l’eccellenza.

Il pronto soccorso va comunque avanti, con energia e voglia di aiutare chi necessita di cure: è un reparto che non può fermarsi, e nessuno si ferma.