Rimane totalmente invalida dopo un intervento alla spina dorsale: maxirisarcimento per tutta la famiglia
Il giudice ha riconosciuto la responsabilità dei sanitari: la donna è diventata incapace di attendere alle più elementari esigenze di vita
Una vicenda tragica che ha coinvolto un’intera famiglia. Una storia di malasanità che ha trovato il suo primo riconoscimento al tribunale di Lucca.
La vicenda, che risale al 2017, riguarda una donna, di origine calabrese, affetta da poliomelite dopo una vaccinazione antipolio all’età di nove mesi che le aveva creato grossi problemi dal punto di vista della deambulazione, fino a rendere necessario l’utilizzo di stampelle o di sedia a rotelle. Questo il motivo per cui la donna si è è sottoposta in Lucchesia a un intervento in ospedale per risolvere una stenosi del canale spinale che le provocava una severe limitazione funzionale. È solo l’inizio di un calvario che, ahimè, ha portato la donna, nonostante una serie di interventi, a rimanere invalida e non autonoma in conseguenza di un nuovo intervento, arrivato nel settembre del 2018.
Una vicenda che ha cambiato radicalmente la vita della donna, che da persona autonoma ed indipendente, è diventata del tutto incapace di attendere alle più elementari esigenze di vita. Ed anche alla sua famiglia, che ha perso il punto di riferimento della moglie e madre. È la stessa donna che, in una relazione allegata al ricorso, racconta la sua odissea e la sua tragedia, che l’hanno anche portata in cura da uno psichiatra.
I ricorrenti hanno imputato agli errori dei sanitari nell’operazione del 2018 le conseguenze negative sulle condizioni della donna. E così ha riconosciuto anche il giudice cui non è rimasto che definire il quantum del danno patito.
Si parla di un risarcimento per invalidità temporanea totale di 17400 euro e per invalidità permanente residua di quasi 220mila euro. A questo vanno aggiunge le spese sostenute per l’adeguamento dell’abitazione e dell’auto, per il ricovero in occasione dell’impianto di un neurostimolatore in funzione antidolorifica e per le spese annue per le terapie fisiche e psicologiche. In totale la somma liquidata per le spese è di poco superiore ai 90mila euro.
Risarciti per il danno psicologico di quanto accaduto anche il marito (peraltro disabile per l’amputazione di un arto), cui vanno poco più di 115mila euro, il figlio e la figlia, liquidati rispettivamente con poco più di 55mila euro e poco più di 35mila euro.
Rifuse agli attori della causa anche le spese di lite e di perizia per oltre 40mila euro.


