Falso ideologico in atto pubblico, condanna in primo grado per il sindaco di Vagli Mario Puglia
La sentenza davanti al giudice Riccardo Nerucci: un anno e 4 mesi. Il primo cittadino: “Non mi faranno cadere per via giudiziaria”
Stavolta non è andata bene al sindaco di Vagli di Sotto, Mario Puglia, a processo al tribunale di Lucca per falso ideologico in atto pubblico, danneggiamento e mancato rispetto delle norme edilizie.
Ieri (13 maggio) il processo è andato a sentenza con la decisione del giudice Riccardo Nerucci, mentre l’accusa era sostenuta in aula dal pubblico ministero Salvatore Giannino. Ed è stata anche se solo parzialmente rispetto alle accuse, una sentenza di condanna in primo grado.
Puglia era chiamato a rispondere dei fatti riguardanti la realizzazione di una piazzola per un elisoccorso. Il pm aveva chiesto una condanna a 2 anni e 11 mesi, il giudice lo ha condannato a 1 anno e 4 mesi con pena sospesa per il solo reato di falso ideologico in atto pubblico: Puglia avrebbe omesso, infatti, nella comunicazione, di indicare la demolizione di una baracca, ancora parzialmente integra. Assolto, invece, dalle accuse di danneggiamento e per quattro contravvenzioni per mancato rispetto delle norme di intervento edilizio.
Puglia, difeso in questa occasione dall’avvocato Andrea Cardone, professore di istituzioni di diritto pubblico a Firenze, attende le motivazioni ma è già certo che presenterà appello contro la condanna.
Intanto prosegue con la tesi del complotto per motivi, sostanzialmente, politici: “È un caso più unico che raro che nel solito giorno una persona possa subire due processi, credo unico in Italia. La pista per l’elisoccorso è stata realizzata il 13 aprile 2020 quando la Provincia aveva chiuso il ponte Tambura e la frazione di Vagli Sotto era rimasta isolata. La contestazione per cui sono stato sanzionato è quella per cui nel terreno in cui avevamo individuato i 4200 metri quadrati per la realizzazione dell’opera, avevo scritto che c’erano solo ruderi e materiale inquinante ma secondo i denunciatori avevo omesso di dire che c’era anche un capannotto non del tutto distrutto. Lo scopo dei denunciatori era quello di togliermi da sindaco per via giudiziaria, ma non gli è andata bene. Pertanto fino alla fine del mandato dovranno sopportarmi e non escludo di ricandidarmi, se il popolo mi vota e finché avrò vita”.
Assolto, invece, da ogni accusa l’imprenditore Tiziano Pandolfo, coimputato nel processo, difeso dall’avvocato Andrea Da Prato.