Inquinamento e abusi edilizi in un’azienda: la scoperta della Guardia Costiera di Viareggio
Le analisi di Arpat hanno confermato la contaminazione estesa del sito, con livelli elevatissimi di sostanze inquinanti, tra cui gasolio e oli lubrificanti
Nel cuore del territorio lucchese, una delicata operazione condotta dalla Capitaneria di Porto di Viareggio ha portato alla luce gravi violazioni ambientali presso un’azienda attiva nella manutenzione e nella vendita di mezzi meccanici per la movimentazione terra.I controlli, avviati nel 2024 dal Nucleo Operativo di Polizia Ambientale sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Lucca, nella persona del Sostituto Procuratore dottoressa Lucia Rugani, hanno rivelato uno scenario allarmante.
Al centro dell’inchiesta, un impianto di lavaggio per escavatori e pale meccaniche, realizzato in assenza di qualsiasi autorizzazione ambientale. Le acque reflue generate da queste operazioni venivano raccolte in una vasca e successivamente riversate direttamente sul terreno adiacente – non di proprietà dell’azienda – tramite una pompa manuale, senza alcun trattamento né filtraggio. Le analisi condotte sul sito hanno evidenziato un grave inquinamento del suolo, con presenza di idrocarburi, oli minerali e metalli pesanti, superando ampiamente i limiti normativi.
Non si tratta di un caso isolato. All’interno dell’area aziendale sono state individuate due tensostrutture non dichiarate al catasto: una adibita a lavorazioni di carpenteria metallica (saldatura, taglio al plasma, molatura) e l’altra destinata alla verniciatura dei mezzi meccanici. Anche queste attività venivano svolte in assenza di autorizzazioni e comportavano l’emissione incontrollata di vapori, particelle di vernice e schegge metalliche. La situazione si aggrava ulteriormente considerando che i residui delle lavorazioni, trasportati dalle acque piovane, finivano nei pozzetti per la raccolta delle acque chiare del piazzale e successivamente venivano scaricati illegalmente nel terreno, contaminando ulteriormente l’ambiente circostante.
L’intervento ha visto anche la partecipazione del personale Arpat– Settore Versilia Massaciuccoli, che ha provveduto ai campionamenti delle acque e dei terreni. Le analisi hanno confermato la contaminazione estesa del sito, con livelli elevatissimi di sostanze inquinanti, tra cui gasolio e oli lubrificanti, rendendo necessario l’avvio immediato delle procedure di bonifica ambientale.
L’operazione della Capitaneria di Porto di Viareggio si inserisce in una più ampia strategia di controllo e tutela del territorio, con l’obiettivo di contrastare le attività illecite che mettono a rischio l’ambiente e la salute dei cittadini. Un segnale chiaro e deciso che testimonia la presenza e l’efficacia dello Stato nel vigilare sul rispetto delle normative ambientali.
Una vicenda che richiama l’urgenza di rafforzare i controlli ambientali e l’importanza di una cultura imprenditoriale rispettosa del territorio e della legalità.