Viareggio, scomparsa la moglie del senatore Pieraccini

Si è spenta nella sua casa di Città Giardino a Viareggio, Vera Verdiani Pieraccini, l’amatissima moglie del senatore Giovanni Pieraccini, scomparso meno di sei mesi fa. Vera era di origine fiorentina, aveva 93 anni, era una donna colta, laureata in lingua e letteratura inglese e aveva condiviso passo passo la vita del marito, spostandosi prima a Roma, dove avevano vissuto insieme per molti anni all’epoca dell’attività parlamentare e governativa di Pieraccini e poi a Viareggio, negli ultimi anni, dove Pieraccini era voluto tornare.

Insieme avevano viaggiato e collezionato grafiche, quadri, oggetti d’arte, accumulando una preziosa collezione, in parte donata anche alla Galleria d’arte Moderna di Viareggio. La donazione porta infatti il nome di Giovanni e Vera Pieraccini. Vera Verdiani sarà salutata dagli amici e conoscenti domani (24 dicembre) alle 15,30 nella chiesa del cimitero della Misericordia. Sarà tumulata poi accanto al marito e alla madre Ines nel cimitero della Misericordia, zona del cimitero degli inglesi.
Commosso il ricordo del sindaco Giorgio Del Ghingaro: “Sono passati 5 mesi dall’ultimo saluto al Senatore Pieraccini, e oggi apprendiamo della scomparsa della moglie Vera. Due esistenze legate da qualcosa di più forte della vita stessa – sottolinea il primo cittadino -, che hanno attraversato insieme gli anni bui del ‘900 e poi la rinascita e la ricostruzione.  Due persone che amavano Viareggio di un amore incondizionato.  Così stasera alla vigilia delle feste di Natale, mi torna in mente un articolo denso di giovinezza che il senatore Pieraccini scrisse in età già avanzata: parlava di un ritorno avventuroso da Firenze a Viareggio, in ottobre nell’immediato dopo guerra, insieme alla moglie Vera.  ‘Ancora una volta andavamo in bicicletta – scrive – io pedalando, mia moglie seduta sulla canna. Pioveva fittamente e Vera teneva l’ombrello aperto.Il primo incontro con la città l’avemmo, quando arrivammo dalla strada di Camaiore a Marco Polo sui viali a Mare, ci colpì un singolare, surreale spettacolo. Sull’asfalto dei viali, scarsamente calpestati nei mesi dell’evacuazione della città, erano cresciuti i girasoli. Non era ancora moltissima la gente ritornata e c’era una strana aria di desolazione e insieme di rinata speranza, nel segno, anche inconsciamente sentito, che nuovi giorni sarebbero giunti nel segno della libertà’. Io li voglio ricordare così – conclude Del Ghingaro -: insieme in bicicletta, con l’ombrello testardamente aperto contro la pioggia battente, e ad attenderli i girasoli di Viareggio”.

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