Imprenditore minacciato con pistola, 2 a giudizio

Minacciarono con una pistola un imprenditore lucchese per farsi consegnare il denaro versato da loro stessi qualche giorno prima per acquistare le quote di una società. Uno dei due indagati per quell’episodio sarà giudicato con la formula del rito abbreviato con l’accusa di estorsione aggravata mentre l’altro ha scelto il rito ordinario. Ancora da identificare, invece, altri due complici che per l’accusa presero parte al raid violento. Secondo gli inquirenti i due avrebbero minacciato con una pistola, dopo averlo anche aggredito e picchiato, l’imprenditore lucchese, per cercare di farsi restituire due assegni da 19mila euro circa con i quali giorni prima avevano acquistato alcune quote di una società d’affari con sede all’estero.

Dopo il pestaggio e le minacce i due erano andati in banca a versare gli assegni che con la violenza erano riusciti a farsi restituire. Ma ad attenderli avevano trovato le forze dell’ordine a cui si era rivolto, denunciando, l’imprenditore. Non sono chiari i motivi che hanno portato i due ad agire con questa violenza e senza alcun apparente timore di essere ‘incastrati’. Prima di allora, infatti, non avevano avuto problemi con la giustizia. Ora rischiano condanne severe proprio per via delle modalità di recupero della somma che avevano consegnato tramite gli assegni solo pochi giorni prima all’imprenditore che fu spedito all’ospedale con 21 giorni di prognosi. Il 20 luglio prossimo è attesa la sentenza del gup al termine del rito abbreviato concordato tra le parti. L’altro, il presunto mandante e organizzatore, ha scelto di essere processato col rito ordinario. Altre due persone che avrebbero partecipato sia all’estorsione che al pestaggio non sono state identificate dagli investigatori che sono ancora alla ricerca. La vittima infatti avrebbe fornito particolari in sede di identikit ma i due indagati avrebbero negato la presenza di altre persone durante l’episodio contestato. Un mistero di non facile risoluzione all’interno di una vicenda comunque ancora poco chiara.

Vincenzo Brunelli

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