Schianto fatale per una bimba, chiesto processo per 2

Una terribile tragedia che si era consumata sulla Bretella approda di fronte al giudice per le udienze preliminari. I conducenti delle altre due auto coinvolte in uno scontro con una Minicooper dove viaggiava una bambina poi morta in ospedale dovranno comparire davanti al gup del tribunale cittadino il prossimo 18 settembre per rispondere di omicidio stradale. Il recente articolo 589 bis del codice penale che stabilisce che chiunque cagioni per colpa la morte di una persona con violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale venga punito con la reclusione da due a sette anni. I due secondo investigatori e inquirenti sarebbero responsabili del decesso della piccola Linda Pastacaldi, di soli 9 anni, avvenuto lo scorso 16 luglio sulla bretella che collega Lucca e Viareggio (Leggi).

Troppo gravi le ferite dopo il terribile schianto con una Renault Kangoo nelle vicinanze dell’uscita di Massarosa, in direzione Lucca. A nulla, dopo l’arresto cardiaco a seguito del violento l’impatto, erano servite le manovre salvavita dei sanitari sul posto e il trasferimento urgente all’ospedale di Cisanello, dove i medici avevano subito capito che per la piccola non c’era niente da fare. Una tragedia immensa. La piccola Linda, era a bordo dell’auto guidata dalla madre. Lei, ricoverata in stato di choc all’ospedale San Luca di Lucca, aveva ricevuto in reparto la tragica notizia. Gli inquirenti hanno ricostruito la dinamica dell’incidente e chiesto il rinvio a giudizio per i due indagati. La donna, alla guida della sua Minicooper, secondo la ricostruzione della polizia stradale, avrebbe tentato di evitare un’auto ferma in carreggiata, rimasta in panne dopo aver toccato il guard rail a destra della carreggiata. La donna ha frenato fino a quasi fermarsi quindi, visto che non c’era spazio per passare, ha cercato di cambiare corsia proprio nel momento in cui sopraggiungeva una Renault Kangoo. Il conducente dell’auto non è riuscito a evitare l’impatto e la Minicooper è stata travolta prima dall’auto, quindi ha finito la corsa con un violento impatto con il guard rail a sinistra. Un doppio impatto che è stato fatale alla bambina, nonostante il tentativo disperato di salvarla. Ma per i giudici l’uomo che aveva urtato il guard rail, non avrebbe rispettato le normative di sicurezza e soprattutto non avrebbe spostato l’auto che per gli investigatori era in grado di ripartire nonostante l’urto. A 20 metri c’era una zona dove poter mettere l’auto in sicurezza, secondo la Procura. Il secondo indagato, sempre secondo i giudici, avrebbe impattato con l’auto dove erano a bordo la madre e le piccola Linda che poi è deceduta a velocità eccessiva senza frenare, segno, per l’accusa, che non stava rispettando la distanza di sicurezza. Da queste gravi accuse ora dovranno difendersi entrambi gli indagati durante l’udienza preliminare di settembre prossimo.

v. b.

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