Crac Consorzio Etruria, chieste le condanne

Più informazioni su

Il pm Fabio Di Vizio della procura di Firenze ha chiesto le condanne per bancarotta nel processo agli ex vertici del Consorzio Etruria scarl, il colosso toscano delle cooperative edili andato in concordato preventivo il 29 giugno 2011 che aveva sede legale nel Fiorentino. Il pm al termine della requisitoria ha chiesto al collegio presieduto dal giudice Gaetano Magnelli la pena di 5 anni per l’ex presidente Armando Vanni, di 5 anni e 6 mesi per un altro ex presidente Luigi Minischetti, di 5 anni e 3 mesi per Marco Fontanelli e Massimo Pagnini (ex consigliere delegato), di 1 anno e 6 mesi per Giovanni Turba ex presidente di Etruria Investimenti, società interamente controllata dal Consorzio Etruria. Chiesta dal pm invece l’assoluzione per prescrizione per truffa riguardo l’imputato Ciro Paradisi, già direttore generale del consorzio.

Le parti civili, nella sostanza il liquidatore giudiziale e i commissari giudiziali nominati per il consorzio nella fase di concordato, hanno seguito la linea del pm aggiungendo però una richiesta di risarcimento del danno per oltre 300 milioni di euro nei confronti di Armando Vanni e Massimo Pagnini. Per altri ex amministratori è in corso un processo civile per danni davanti al tribunale civile di Firenze.
Nel processo penale i fatti contestati dalla procura vanno dal 2006 al 2009 e coinvolgono gli imputati, a vario titolo, per vari episodi di distrazioni patrimoniali tali da aggravare il dissesto finanziario della holding delle costruzioni. Tra le accuse anche quella di falso in bilancio per aver omesso di indicare perdite negli esercizi dal 2006 al 2009 relative a una serie di speculazioni immobiliari e finanziarie. Le perdite, ha sostenuto l’accusa, si appuntano infatti in operazioni che furono distrattive, tipo partecipazioni in perdita in varie società, come Coestra (22 mln di perdita), in alcune società della ex Btp di Fusi e Bartolomei (come la Società Toscana Industria del freddo, perdita stimata  in 15,9 milioni). Contestata una distrazione da 1,5 milione in un’operazione di vendita e acquisto di azioni del Banco di Lucca e una consulenza ‘fantasma’, che non ci sarebbe mai stata, da 850mila euro. Prossime udienze il 6 e 11 dicembre con le arringhe delle difese.

Sostieni l’informazione gratuita con una donazione

Più informazioni su

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di Lucca in Diretta, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.