Lettera minatoria a Casapound: “Vi gambizzerò”

Una lettera minatoria recapitata dal carcere della Spezia dove si trova recluso alla sede di Casapound di Lucca che, per l’accusa, il 1 febbraio di un anno fa cerco di incendiare lanciando una molotov rudimentale. Parole messe nero su bianco in una missiva firmata da Mauro Rossetti Busa, il lucchese, ritenuto vicino agli ambienti degli anarchici, che fu arrestato a stretto giro dagli agenti della Digos, diretti dal vice questore Leonardo Leone, e che ora hanno al vaglio anche la lettera ricevuta e consegnata nelle ultime ore in questura da Casapound. All’interno ci sarebbero pesanti minacce non solo al movimento ma anche agli avvocati.

“Vi ho fatto una promessa – riporta Casapound citando la lettera in questione – e farò di tutto perché venga portata a termine, anche contro il vostro avvocato. Noi oltre lanciare le bombe molotov, abbiamo la capacità di arrivare anche a gambizzare. Odio il vostro colore e la vostra ideologia di merda. Provate ora a non credere se qualcuno di voi verrà gambizzato”.
Rossetti – “antagonista di estrema sinistra” come si definisce nella lettera già in mano agli inquirenti – è ritenuto dagli inquirenti l’autore del lancio della bomba molotov che il 1 febbraio 2018 colpì un palazzo di via Michele Rosi in centro storico. Come poi ipotizzato dalle indagini, il bersaglio sarebbe stato la sede di CasaPound Italia.
“Durante l’udienza preliminare del gennaio scorso Rossetti a cui vengono contestati reati di terrorismo – sostiene Casapound – è stato allontanato dall’aula per ripetute minacce contro gli avvocati di CasaPound, costituitasi parte civile nel processo. La lettera minatoria è l’ultimo episodio della serie”.
“Questo tipo di minacce non ci spaventa – commenta in una nota la sezione lucchese di CasaPound – né ci spaventano gli epigoni fuori tempo massimo delle Brigate Rosse. Si tratta di utili idioti che vengono manipolati politicamente, per poi essere scaricati in qualche carcere. Quello che casomai preoccupa è come Lucca negli ultimi anni abbia aperto le porte all’estrema sinistra e al mondo di provenienza di Rossetti Busa. Un mondo che vive di odio politico, si esalta per le bombe, esulta per attentati e teorizza una rivoluzione che non farà mai”.
Rossetti Busa, 60 anni, volto noto alla Digos, fu arrestato dagli agenti a poche ore da un doppio attentato incendiario, prima al distributore Eni di Sant’Anna e poi in via Michele Rosi, dove con la molotov centrò un ingresso di condominio nei pressi della sede di Casapound. A loro gli agenti arrivarono grazie ad alcuni dettagli ricavati dall’esame dei video delle telecamere a circuito chiuso della stazione di rifornimento, che portarono i sospetti degli inquirenti subito su Rossetti Busa.

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