Versa tre assegni rubati, condannato 49enne

Aveva versato due assegni sul suo conto corrente e con un terzo era riuscito a fare la spesa in un supermercato della città, che frequentava abitualmente, ma i titoli risultavano rubati e lui è stato condannato a 2 anni e due mesi di reclusione e 800 euro di multa in abbreviato dal Tribunale di Lucca e dalla corte d’Appello di Firenze, per ricetazione e truffa. Ora è arrivata la condanna definitiva da parte della suprema corte di Cassazione.

Non era stato difficile per la banca e per il supermercato risalire a chi aveva versato e  incassato gli assegni rubati per segnalare poi l’accaduto alle forze dell’ordine e alla magistratura cittadina, dopo che sono risultati appunto oggetto di furto, e per l’accusa l’uomo, P. C. 49 anni di Lucca, non è riuscito a spiegare il perché fossero in suo possesso. Da questa mancanza di collaborazione in fase di indagini è maturata successivamente la condanna ora definitiva. Per gli ermellini, infatti, “la prova dell’elemento soggettivo può essere raggiunta anche sulla base dell’omessa o non attendibile indicazione della provenienza della cosa ricevuta, la quale è sicuramente rivelatrice della volontà di occultamento, logicamente spiegabile con un acquisto in mala fede”. Ricorre anche il dolo di ricettazione, per i supremi giudici, perché l’imputato ha consapevolmente accettato il rischio che la cosa acquistata o ricevuta fosse di illecita provenienza, non limitandosi ad una semplice mancanza di diligenza nel verificare la provenienza della cosa, che invece connota l’ipotesi dell’acquisto di cose di sospetta provenienza. Condanna confermata, dunque, e iter giudiziario concluso.

Vincenzo Brunelli

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