Ex militare e aiuto cuoco trovato morto in casa – Ft e vd foto

di Roberto Salotti
Lo hanno trovato a terra, in camera da letto, con delle ferite ai polsi e traumi su altre parti del corpo che soltanto sulle prime hanno fatto pensare ad un suicidio. Sono bastati pochi elementi agli inquirenti e un primo esame della scena da parte del medico legale per fugare ogni dubbio: quella in un appartamento di via del Toro in centro storico era la scena di una morte violenta. Una morte sopraggiunta a quanto pare non per le ferite trovate a braccia e polsi della vittima, ma forse per una serie di traumi compatibili con una aggressione brutale, a mani nude e con l’utilizzo di qualche oggetto usato come arma. Il copione di un omicidio preterintenzionale, secondo gli inquirenti che con questa ipotesi hanno aperto un fascicolo in attesa che l’autopsia chiarisca le cause della morte. Il sospetto degli investigatori è quello di essersi trovati di fronte ad una lite finita nel peggiore dei modi. Un delitto inizialmente avvolto in un giallo che la polizia è ormai vicina a sciogliere. I due coinquilini di Roshan Silva Kalukankanamalage, ex militare 50enne e attualmente aiuto cuoco originario dello Sri Lanka, ma abitante a Lucca da circa 15 anni, sono stati infatti fermati e condotti in questura dove gli investigatori della squadra mobile diretti dal commissario Silvia Cascino e coordinati dal sostituto procuratore Salvatore Giannino, li hanno torchiati per ore. Negli uffici di via Cavour è stata condotta, per essere ascoltata, anche la compagna del cuoco, trovato senza vita attorno alle 9 al primo piano di un palazzo al civico 21 di via del Toro, in pieno centro storico a Lucca. 

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Poche ore prima dell’allarme, nella tarda serata di ieri (16 aprile) era stata lei a chiamare il 112, dopo una furiosa lite con il compagno. Con lui aveva ultimamente un rapporto difficile, stando a quello che raccontano gli stessi parenti della vittima. I carabinieri erano arrivati nella strada, che si interseca con via Galli Tassi proprio di fronte all’ingresso di palazzo Mansi, e avevano soccorso la donna, facendola accompagnare in ospedale per un forte stato di choc. Non era ferita, ma era terrorizzata. Una lite violenta quella che sarebbe scoppiata fra i due compagni che dividevano il piccolo appartamento, insieme ad altri due connazionali. “Urla, sentivamo gridare, poi abbiamo visto una donna in strada e una pattuglia dei carabinieri avvicinarsi”, ha raccontato un vicino.
Stamani, dopo una notte trascorsa in ospedale, la donna si è presentata in questura, per raccontare l’accaduto della sera precedente. Così gli agenti sono andati a controllare a casa ma hanno trovato l’ex militare dell’esercito srilankese ormai privo di vita. Sono scattati così i soccorsi, purtroppo inutilmente. Mentre uno dei due coinquilini della vittima, trovato in casa, è stato condotto in questura mentre l’altro è stato rintracciato poco dopo dagli agenti.
Cosa è accaduto dalla lite della serata precedente al mattino di oggi? E’ quello che stanno cercando di ricostruire gli investigatori. Il quadro, sebbene ormai l’ipotesi dell’omicidio preterintenzionale sia quella privilegiata, è ancora da chiarire nel dettaglio, così come il movente della lite che è sfociata nel sangue. E soprattutto se e quale ruolo abbiano avuto i protagonisti di questo delitto consumato nel cuore di Lucca.
La corsa dell’ambulanza della Croce Verde di Lucca, insieme all’auto medica inviata dal 118 una volta che era stato dato l’allarme dalla casa, è stata inutile. La vittima – che lascia due figli, Rishita, un giovane di 26 anni – cuoco all’Osteria San Giorgio e una adolescente di 16, che invece vive in SriLanka con la madre e ex moglie di Roshan Silva, Terina – era ormai morta. Per lui non c’è stato più niente da fare. Presentava alcune ferite, le prime e più vistose ai polsi. Ma stando alle prime ipotesi non sarebbero quelle mortali. Potrebbero essere state inferte non con un coltello – un’arma di questo tipo compatibile con le ferite e con tracce di sangue non è stata in effetti trovata – ma anche con qualche suppellettile o strumento presente in casa e utilizzato come arma durante l’aggressione mortale. Ipotesi che dovranno trovare conferma dall’esame autoptico che verrà probabilmente affidato nelle prossime ore.
Anche il movente eventuale è ancora da chiarire nel dettaglio. I parenti e gli amici della vittima parlano di continui contrasti non soltanto con la compagna, anche lei una cingalese di 55 anni, ex badante e donna delle pulizie, ma anche con uno dei due coinquilini, un connazionale di 36 anni le liti erano frequenti. “Litigavano spesso – racconta Lahiru, nipote della vittima -: spesso bevevano e alzavano il gomito. A casa capitava che litigassero, per un motivo o per un altro”. Entrambi amavano anche le scommesse, e il 36enne che viveva con lui qualche anno fa aveva fatto anche una straordinaria vincita con le scommesse sportive: “Aveva vinto 100mila euro ed era tornato in Sri Lanka spendendo tutti i soldi”.
Sul posto la polizia scientifica ha svolto lunghi e accurati rilievi, in cerca di indizi utili alle indagini, mentre all’esterno la zona dell’ingresso del palazzo e parte di via del Toro sono stati interdetti al transito per consentire i rilievi degli agenti. Sul posto è giunto il pm di turno, il sostituto procuratore Salvatore Giannino, che coordina l’inchiesta per omicidio. Definire il quadro degli eventi servirà non soltanto a stabilire responsabilità ma anche a chiarire l’accusa: se si tratti o meno di un omicidio preterintenzionale. Il medico legale Stefano Pierotti, su incarico della procura, ha effettuato un lungo sopralluogo nella casa e un primo esame esterno sul corpo della vittima, che poi a fine mattinata è stato trasferito all’obitorio dell’ex ospedale Campo di Marte di Lucca, a disposizione della magistratura che farà effettuare l’autopsia nei prossimi giorni. Un esame che sarà decisivo per stabilire la causa della morte e quindi formulare compiutamente un’accusa. Perché al momento non è chiaro, con precisione, cosa abbia provocato il decesso del 50enne. Sul cadavere sono stati rinvenuti segni di altri traumi compatibili con una lotta violenta corpo a corpo e a mani nude.
I due coinquilini, sospettati di essere coinvolti nei fatti, sono stati portati in questura per essere interrogati: si tratta di due uomini di 36 e 28 anni, con i quali la vittima conviveva da qualche tempo. Negli uffici della questura è stata condotta anche la compagna della vittima, ascoltata come persona informata sui fatti e per ricostruire nel dettaglio cosa è accaduto, almeno fino al momento in cui si trovava a casa, in quell’appartamento di via del Toro.

Il video da via del Toro

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