Spaccio a scuole, una condanna e 4 rinvii a giudizio

Primi esiti processuali per alcuni cittadini di origine marocchina arrestati per spaccio di sostanze stupefacenti in vari luoghi della Versilia. Lo scorso anno una maxioperazione di polizia aveva portato ad individuare e denunciare ben 25 pusher che spacciavano anche nelle vicinanze di alcune scuole.

Nei giorni scorsi il gup del tribunale di Lucca ha condannato a 1 anno e 8 mesi uno dei 5 pusher imputati in questo primo filone giudiziario e rinviato a giudizio gli altri 4 imputati. In tre dovranno presentarsi in aula il prossimo 3 settembre mentre il quarto ha chiesto e ottenuto di essere giudicato col rito abbreviato il prossimo 9 ottobre. Le posizioni delle altre persone denunciate per le attività di spaccio sono al vaglio della magistratura e seguono differenti iter giudiziari. Per gli inquirenti tutti gli indagati, a vario livello e titolo, spacciavano con disinvoltura in piazza d’Azeglio e nelle pinete di Ponente e di Levante, per tutto il giorno, vendendo hashish, cocaina ed eroina anche a minorenni, sfruttando in alcuni casi un bambino di dieci anni per la consegna dello stupefacente.
Nel complesso, l’istantanea scattata dalla forze dell’ordine racconta di un giro di 40 clienti giornalieri, “serviti” quotidianamente da una decina di spacciatori, pronti a ruotare tra loro per coprire ogni ora del giorno e della notte, per tutto l’arco della settimana. Un’attività che ha reso le operazioni di spaccio aggravate dal fatto che i clienti fossero spesso minorenni, intercettati mentre si recavano nelle scuole vicine a piazza d’Azeglio: in un caso, addirittura, l’hashish sarebbe stato venduto ad un tredicenne.
Le indagini iniziate a ottobre scorso, e terminata a dicembre , anche grazie agli acquisti da parte di agenti sotto copertura, hanno permesso di ottenere in tempi brevi elementi probatori nei confronti di 25 persone, tra le quali richiedenti asilo o irregolari sul territorio nazionale. Secondo quanto appurato in sede investigativa, gli spacciatori presidiavano stabilmente il lungomare, due pinete, la stazione e piazza D’Azeglio, vicino a una scuola, nascondendo la droga tra i cespugli o, nel caso delle pinete, sotto terra. I vari procedimenti giudiziari intanto proseguono.

Vincenzo Brunelli

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