Donne, in 127 al centro antiviolenza in 6 mesi foto

Da Alessandria a Roma lungo la via Francigena con una missione: dire “no alla violenza sulle donne”. Questo il viaggio che stanno percorrendo in questi giorni Martina Pastorino e il suo cucciolo Kira per tenere alta l’attenzione su un tema che purtroppo ancora oggi, numeri alla mano, è ancora quantomai attuale anche in provincia di Lucca. Martina e Kira sono state accolte questo pomeriggio (17 luglio) al centro antiviolenza Luna dell’Arancio, l’occasione è stata buona anche per fare il punto della situazione sull’attività del centro. I numeri parlano di un costante aumento dei casi di sopruso e violenza sulle donne.

I dati. Nel corso del 2019, nel centro sono state accolte 127 donne. Ma ciò che colpisce di più è l’incremento che si registra con il passare del tempo. Se nel 2017 le donne accolte dal centro erano state 211, nel 2018 sono diventate 277 (+23,8%). Di queste, 210 sono italiane e 67 straniere, un dato che sfata il falso mito per cui situazioni di violenza e disagio possano avvenire principalmente in contesti di marginalità, come ad esempio all’interno delle famiglie di migranti. Al contrario, la violenza si può annidare anche in contesti insospettabili. Un altro dato molto significativo è quello relativo ai bambini che hanno assistito alle violenze: attualmente nella casa rifiugio gestita dal centro risiedono infatti ben 24 minori che hanno assistito ad abusi o ne sono stati vittime in prima persona.
Perché questi numeri così preoccupanti e in crescita? La risposta prova a darla Ilaria Colombani, operatrice del centro Luna: “L’incremento dei dati è dovuto sicuramente al fatto che negli ultimi anni, anche in provincia di Lucca, sono aumentate le segnalazioni, cioè sono emersi dei casi che fino a qualche anno fa non sarebbero stati denunciati. Questo dipende dal fatto che c’è una maggiore sensibilità su questo tema e la consapevolezza tra le donne che esiste una rete di sicurezza. Da questo punto di vista ci siamo impegnate molto per fare attività di promozione e sensibilizzazione nelle scuole e in altri luoghi di aggregazione”.
Ma cosa può offrire un centro come questo alle donne che vi si rivolgono? “Innanzitutto offriamo l’accoglienza e la presa in carico delle donne vittime di violenza – spiega ancora Ilaria Colomani -. Inoltre possiamo offrire consulenza legale e un supporto anche per chi ha figli. Durante la permanenza nel centro, che può variare a seconda dei casi da pochi giorni a più di un anno, iniziamo un percorso di reinserimento sociale, aiutando le donne vittime di violenza a trovare un lavoro e una casa e più in generale a recuperare la loro autonomia. Questo avviene in un contesto lontano dal luogo in cui sono avvenuti gli abusi grazie alla Rete nazionale dei centri antiviolenza. Voglio sottolineare un aspetto importante che è quello dei bambini che assistono alle violenze. Noi ne abbiamo accolti diversi e posso dire che sono stati devastati da questa esperienza: un altro problema che deve essere affrontato”.
Il viaggio di Marty e Kira. Il tema della violenza sulle donne è dunque più che mai attuale ed è questo il motivo che ha spinto Martina Pastorino, 29enne insegnante di educazione fisica originaria di Ovada, a intraprendere insieme al suo cane Kira una piccola grande avventura. Andare a piedi, lungo la via Francigena, da Alessandria a Roma. Un viaggio di oltre 680 chilometri che Martina e Kira, partite dal Piemonte lo scorso 7 luglio, concluderanno in piazza San Pietro il prossimo 3 agosto. “Con i miei passi mi piacerebbe creare un filo rosso sul territorio nazionale – spiega Martina – e promuovere azioni di prevenzione e sensibilizzazione sul tema della violenza sulle donne. Durante il percorso ho visitato molti centri antiviolenza per portare alle donne di Dire (l’associazione Donne in rete contro la violenza, ndr) i messaggi di forza e speranza raccolti in queste settimane”.
Martina racconta poi alcuni aneddoti relativi al suo viaggio: “In questi giorni abbiamo conosciuto moltissime realtà che ci hanno ospitato, dai centri antiviolenza agli alpini fino a privati cittadini che ci hanno messo a disposizione i loro bed & breakfast. L’accoglienza è sempre stata positiva anche se non tutti accettano il mio cucciolo, per questo non abbiamo potuto andare dove capitava ma ho studiato delle tappe molto precise e ho contattato prima i posti dove alloggiare per essere sicura che ci volessero. Percorriamo circa 20 chilometri al giorno e partiamo molto presto la mattina, solitamente alle 4, per evitare le ore più calde. Perché proprio Roma e piazza San Pietro per concludere questo viaggio? Mi sembrava un luogo particolarmente simbolico per il tipo di messaggio che sto portando in giro per l’Italia”.
Ma come reagisce la gente quando si affronta un tema così delicato? “Purtroppo quando si parla di violenza, se non si è toccati in prima persona, si tende a banalizzare o a rispondere con frasi di circostanza – spiega Martina – del tipo ‘dovrebbe andaresene’ non sapendo che magari non ci sono le possibilità per farlo. Spesso e volentieri poi le donne sono le prime che sottovalutano i rischi, convinte di riuscire gestire la situazione. C’è poi il problema di chi riceve le denuncie e le sottovaluta. Con questo mio viaggio spero di infondere un po’ di coraggio alle donne affinché escano allo scoperto e denuncino le situazioni di violenza. La forza è donna”.
Il viaggio di Martina e Kira riprenderà domani (18 luglio) in direzione Altopascio per poi lasciare la provincia di Lucca verso San Miniato.

Luca Dal Poggetto

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