Contestarono Salvini, nuove accuse per 25

Contestarono Matteo Salvini nel 2015 durante un comizio elettorale, in 25 sono nuovamente indagati, a vario livello e titolo, per violenza privata aggravata, lesioni e danneggiamenti. Gli inquirenti lucchesi hanno chiuso le nuove indagini sul gruppo di persone che aveva contestato duramente l’allora deputato europeo e segretario della Lega Nord arrivato in Versilia per sostenere i candidati nelle amministrative del 2015.

In 26 erano già finiti sotto processo per adunanza sediziosa salvo poi essere tutti assolti dal tribunale di Lucca. Poi dopo alcuni mesi dalla sentenza la Procura lucchese aveva avviato nuove indagini sulla base di nuove prove emerse per altre tipologie di reato. Le ipotesi accusatorie saranno quindi nelle prossime settimane valutate dal gup del tribunale di Lucca durante l’udienza preliminare in cui il giudice dopo aver ascoltato accusa e difesa deciderà se rinviare a giudizio o meno gli indagati o accettare richieste per eventuali riti alternativi.
Per gli inquirenti avrebbero danneggiato alcune auto durante la manifestazione elettorale, colpito con alcuni sassi una ragazza ferendola e impedito il normale svolgimento del comizio che poi è stato spostato in altro luogo proprio per motivi di ordine pubblico. Gli indagati, gli stessi assolti nel precedente processo, erano 28 ma 3 sono stati nuovamente assolti dal gip del tribunale cittadino dopo l’opposizione al decreto penale di condanna delle scorse settimane. I fatti risalgono al 2015 quando scoppiarono disordini durante un comizio di Matteo Salvini, all’epoca segretario della Lega, a Viareggio.
Dopo quei fatti la magistratura emanò decreti penali di condanna con multe di 1250 euro (in un caso 1350 euro). Gli imputati vennero ritenuti responsabili di adunata sediziosa, uno di loro anche di accensioni ed esplosioni pericolose. Tuttavia coi loro legali si opposero al decreto di condanna, quindi erano stati poi raggiunti da un decreto di processo con giudizio immediato e assolti. Ora in 25 dovranno affrontare questo secondo iter giudiziario per altri reati a loro carico ipotizzati dagli inquirenti lucchesi, sempre per quella giornata elettorale che sembra non finire mai almeno nelle ripercussioni giudiziarie, e non solo.

Vincenzo Brunelli

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