Sorpresa al market: un cetriolo da 712 euro foto

Un cetriolo da 712 euro sullo scontrino e nessuna imprecazione. Di questi tempi, sempre più arrabbiati e frustrati, a fare notizia è l’educazione. Una reazione civile, a tratti divertita, a quello che in pochi minuti è stato chiarito essere un qui pro quo. È successo in un supermercato di Lucca qualche settimana fa: una coppia, di ritorno da una giornata di relax e mare in Versilia, si è fermata a fare una piccola spesa prima di rientrare in casa. Poche cose, giusto il necessario per mettere insieme la cena. Clienti abituali del supermercato, i coniugi hanno aggiunto articoli al carrello scansionando il codice a barre con uno di quei dispositivi riservati ai soci, senza prestare attenzione ai prezzi riportati sul display. Proprio come avviene quando più o meno si acquistano le stesse cose e, in più, si ha fretta perché il supermercato è in chiusura.

Ed è in questa distrazione che avviene il ‘pasticciaccio brutto’: la moglie, sovrappensiero, prende un cetriolo dal banco dei freschi, lo pesa e lo mette nel carrello. In fondo, quanto mai potrà costare un cetriolo di due etti? Sì e no 30 centesimi. Peccato che il cetriolo fosse in offerta, a meno di un euro al chilo. E che sull’insegna sopra il banco campeggiasse quindi un numero a due cifre, l’83, dopo un piccolo zero che, la donna, nella fretta, ha confuso col numero del codice prodotto. E così ha digitato 83, anziché il reale numero corrispondente al cetriolo. L’83, proprio il numero del costosissimo tartufo bianco.
La scoperta è arrivata poco dopo, alla cassa automatica, quando la coppia si è vista rifiutare la carta di credito riservati ai soci del supermercato con plafond di 500 euro. In un primo momento, i due hanno pensato a un errore tecnico e hanno quindi chiamato l’assistenza. In pochi minuti le commesse, controllando la busta della spesa, hanno svelato l’arcano: il cetriolo-tartufo, da solo, costava ben 712 euro. Un importo che tuttavia non è stato addebitato, proprio perché sforava di misura il plafond: non è stato quindi possibile procedere con un banale storno ma, anzi, è stato necessario attendere qualche giorno per ripristinare la normale funzionalità della carta. Una scocciatura, ma niente di più. I due coniugi hanno sfoderato una buona dose di autoironia, consapevoli che, in fondo, a tutti può succedere di sbagliare. Anziché salire in cattedra, pontificare, gridare alla truffa (!), si sono limitati a consigliare al supermercato di togliere il tasto corrispondente al tartufo dalla bilancia, dopo essersi sincerati che, comunque, il prezioso fungo della famiglia delle tuberacee, quando presente, viene pesato da personale dedicato su bilance a parte. La loro reazione – pacata, comprensiva, gentile – ha fatto notizia tra il personale del supermercato. Nei giorni successivi, quando i due si sono ripresentati a fare la loro abituale spesa, commesse e commessi li hanno accolti come extraterrestri. “Voi non potete capire – si sono sentiti dire – il valore della vostra reazione, così civile. Giorni fa uno di noi ha aiutato una signora anziana a imbustare la spesa ed è stato richiamato dalla direzione perché un cliente ha sporto reclamo. Un gesto di gentilezza umana, stigmatizzato perché ha generato un piccolo ritardo alle persone in coda. Sono tempi in cui tutti sono arrabbiati, nervosi, poco pazienti”. Premesse che fanno ben comprendere il perché la reazione attesa alla disavventura del cetriolo scambiato per tartufo fosse un’altra.

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