Orologi di lusso, Finanza stronca traffico di falsi foto

Contraffacevano orologi di lusso, stroncato un traffico che dall’Austria arrivava in Campania e quindi a Pisa e Viareggio.
Il gruppo Guardia di finanza di Viareggio e la compagnia Guardia di finanza di Pisa, sin dalle prime luci dell’alba, stanno dando esecuzione, sul territorio nazionale ed estero, a sei ordinanze di custodia cautelare, di cui tre in carcere e tre agli arresti domiciliari, emesse dal tribunale di Firenze nei confronti dei componenti di un’organizzazione criminale dedita alla contraffazione di pregio di orologi di lusso.

Le indagini, coordinate dalla direzione distrettuale antimafia di Firenze, traggono origine da una serie di sequestri di orologi di note marche, tra cui Rolex, Panerai, Bulova, Chanel, Locman, Omega, Tag Heur, Patek Philip, Audemars Piguet, Cartier e Vacheron Costantine, effettuati dai reparti del Corpo a Viareggio, Tarvisio e Pisa. L’organizzazione, con base in Campania, si avvaleva di basi operative nel centro della Toscana, dalle quali, mediante grossisti ed acquirenti, forniva di prodotti falsi le zone di San Marino, Tarvisio, Rimini, Olbia, Napoli, Viareggio e le principali piazze lombarde.
Il commercio del falso avveniva mediante due tipi di canali: uno cosiddetto superior, con la vendita online e/o su richiesta degli acquirenti più esigenti di orologi che riproducevano perfettamente il prodotto simile all’originale ed il cui prezzo poteva aggirarsi anche intorno ai 300 euro; l’altro denominato low cost, destinato ai mercali rionali e alle piazze turistiche, gestito da cittadini senegalesi, con orologi venduti fino a 30 euro al pezzo.
Nel corso delle attività, i finanzieri viareggini e pisani hanno ricostruito la filiera di approvvigionamento degli orologi di lusso, provenienti dall’Austria, ed importati in Italia, utilizzando autovetture appositamente modificate. Per realizzare il trasporto in Italia, infatti, l’organizzazione si avvaleva di meccanici specializzati alla modifica delle autovetture dove occultare la merce contraffatta, mediante la predisposizione di vani aggiuntivi artatamente creati. Arrivati in Italia, gli orologi venivano poi rivenduti a grossisti toscani e sanmarinesi, ovvero pubblicizzati tramite il web su vetrine online a prezzi notevolmente vantaggiosi. L’organizzazione criminale, al fine di fornire una tracciabilità pulita delle vendite in nero, utilizzava società di comodo intestate a soggetti nullatenenti che, attraverso l’emissione di fatture false, ne giustificava i relativi introiti. D’altro canto, inoltre, per poter accrescere i loro profitti, gli astuti imprenditori si servivano anche di società di comodo che, beneficiando delle agevolazioni fiscali previste per l’area Schengen, acquistavano in Europa a prezzi ribassati e rivendevano in Italia senza versare la relativa Iva all’Erario.
Le investigazioni, hanno, inoltre, evidenziato l’esistenza di un sodalizio criminale composto da una cellula campana, dedita principalmente all’approvvigionamento, una viareggina dedita al commercio nelle rispettive aree turistiche ed infine una sammarinense, per la distribuzione nel versante riminese. La custodia cautelare in carcere è stata emessa nei confronti di coloro che sono stati considerati vertici dell’organizzazione, che a vario titolo si occupavano dell’importazione illegale degli orologi, delle vendite dall’estero e della commercializzazione in Italia.
Sono stati, invece, destinatari degli arresti domiciliari i tre imprenditori che gestivano il circuito della vendita online dei prodotti via web, il consulente commerciale, il gestore di fatto della società, nonché addetto alla spedizione della merce.
All’esito delle attività, sono stati denunciati 32 soggetti, che hanno rivestito, a vario titolo, il ruolo di fornitori, grossisti/venditori e destinatari dei prodotti illegali. Sono stati sequestrati 12mila pezzi fra orologi ed etichette contraffatte e due autovetture destinate al trasporto e segnalati sette rappresentanti legali delle società di comodo utilizzate per commettere i reati fiscali di frode all’Iva e di emissione/utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.

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