Spaccio in Versilia, dieci in manette

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Spacciavano cocaina e hashish nella pineta di Ponente a Viareggio, fornendo le sostanze anche a minorenni: sono finiti in manette in dieci – nove uomini di origini marocchine ed una donna residente a Viareggio – al termine di una maxi operazione antidroga. A condurla, la squadra mobile di Lucca, diretta dal commissario Silvia Cascino, insieme al Servizio centrale operativo, coadiuvati dal Commissariato di Viareggio e con il supporto della direzione centrale per servizi antidroga.
L’indagine è partita nello scorso mese di maggio e rappresenta lo sviluppo dell’operazione Souk 2018 che portò all’arresto di venticinque magrebini dediti ad attività di spaccio in piazza D’Azeglio. 

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La droga veniva nascosta nella fitta generazione oppure era interrata e lo smercio avveniva anche in pieno giorno. Gli agenti sotto copertura hanno intercettato un traffico che ha portato all’esecuzione di sei misure cautelari in carcere tramite apposita ordinanza del Gip, mentre per gli altri quattro soggetti è scattato l’arresto differito ed il giudizio per direttissima.
Gli agenti in borghese si sono finti chlienti e hanno richiesto di acquistare le sostanze stupefacenti e, successivamente, hanno provveduto ad arrestare gli spacciatori. “Si tratta di una risposta chiara – il commento del procuratore Pietro Suchan – da parte della procura della Repubblica rispetto ad una situazione di illegalità non più tollerabile. La pineta deve essere restituita ai viareggini e questi arresti sono il segnale che facciamo sul serio. Lo stupefacente veniva ceduto anche a soggetti minorenni, un particolare deplorevole”.
Tra le persone colpite da misura cautelare anche un appartenente al gruppo di cui faceva parte, secondo gli inquirenti, l’aggressore che, nel febbraio 2018, colpì alla testa con una pietra un agente di polizia impegnato in un’operazione analoga e che, oggi, si trova in carcere con l’accusa di tentato omicidio.
I nove arrestati di origine marocchina erano tutti senza fissa dimora, per la maggior parte irregolari (alcuni erano anche stati raggiunti da provvedimenti di espulsione dal territorio nazionale); con loro agiva, secondo l’accusa, anche una donna viareggina, da tempo partecipe in questo giro di affari: per lei è scattato l’arresto ritardato ed il processo per direttissima. L’indagine è comunque ancora in corso di svolgimento, motivo che non consente di rivelare ulteriori dettagli.
Una gang di spacciatori, ma non un’organizzazione della criminalità organizzata, secondo gli inquirenti che da tempo stanno monitorando diversi “gruppi” di pusher in pineta. Tra di essi, il gruppo di via Digione, quello della Bocciofila viareggina, il gruppo che spacciava dietro alla Conad e quello che si muoveva vicino al tennis club.
Il controllo, prevalentemente dal pomeriggio fino a notte inoltrata, ha dato modo di constatare ulteriormente come tra i gruppi ci fossero grossi contrasti per l’accaparramento dei clienti. “L’intervento – sottolinea Suchan – è stato utile anche perché ha spento questa conflittualità, fatta di risse, aggressioni e non solo”.
L’operazione, che si è sviluppata nei confronti di tre distinti gruppi di spacciatori, aderisce al progetto “Pusher 3”, che ha rilanciato l’impiego di operatori sotto copertura per l’acquisto di droga, ritardando l’arresto per acquisire ulteriori elementi di prova. Gli indagati, nel caso specifico, riuscivano in via continuativa a reperire apprezzabili quantitativi di droga, realizzando decine di cessioni giornaliere, anche a soggetti minorenni. La donna arrestata, che questa mattina ha patteggiato 8 mesi, secondo gli inquirenti, avrebbe spacciato fino a pochi giorni prima del parto.
Nelle perquisizioni della pineta di questa mattina gli agenti hanno proceduto al sequestro di ulteriori 260 grammi di hashish e 10 dosi di cocaina sotterrati nel terreno.

Paolo Lazzari

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