Lesioni permanenti dopo il parto, medici condannati

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Nove anni fa era venuto al mondo ma con danni e lesioni permanenti e dopo due mesi di ricoveri ospedalieri era stato dimesso con una diagnosi impietosa. Poi dopo anni di indagini e inchieste giudiziarie l’azienda sanitaria di Lucca aveva approvato una transazione da 1 milione di euro in favore dei genitori per i danni subiti durante il parto che era avvenuto all’ospedale San Francesco di Barga. Per i giudici della Corte dei Conti i due medici ritenuti responsabili dell’evento ora devono pagare 100mila euro di risarcimento alla Regione che a sua volta ha risarcito i familiari del bambino nato con danni e lesioni permamenti per colpa medica.

Il bambino veniva era stato dimesso nel mese di agosto del 2010 con una diagnosi terribile: “Paralisi cerebrale infantile di tipo tetraparesi mista spastico-distonica, in bambino nato a termine con asfissia perinatale”. Ora la Corte dei Conti, dopo aver riconosciuto alcune attenuanti (derivanti dalla recente assunzione, all’epoca, di entrambi i medici e delle carenze strutturali del nosocomio di quel periodo) ha condannato il medico e l’ostetrica a risarcire alla Regione Toscana 100mila euro della quota versata per il risarcimento del danno. Per i giudici i due medici non avrebbero eseguito il parto cesareo che avrebbe potuto evitare i danni al bambino. Si legge infatti in sentenza: “I gravi errori ed omissioni di cui sopra hanno fatto sì che il feto andasse incontro ad una spiccata acidosi, ancora evidente 90 minuti dopo la nascita, a sua volta responsabile dei danni permanenti a livello cerebrale. Secondo i medici legali è incontrovertibile che il grave danno causato al minore sia legato ad un insulto ipossico che si è verificato durante il parto, mentre si sarebbe dovuto eseguire un parto cesareo che poteva motivatamente essere effettuato con largo anticipo rispetto all’ora del parto naturale. L’esecuzione del parto cesareo avrebbe certamente evitato il danno subito dal piccolo. Sussiste, quindi, anche il nesso causale ove un soggetto, con la sua azione, abbia posto in essere una condizione dell’evento e, cioè, un precedente senza il quale l’evento stesso non si sarebbe verificato, a meno che il risultato sia dovuto al concorso di fattori eccezionali. La condotta dei convenuti è stata, indiscutibilmente, condizione immediata dell’evento dannoso, l’antecedente senza il quale l’evento non si sarebbe verificato”.
I due imputati sono stati quindi condannati al risarcimento di una quota di danno pari a euro 100mila euro, di cui il 60 per cento a carico del medico e il 40 per cento a carico dell’ostetrica, comprensivi di rivalutazione monetaria, oltre interessi legali dal deposito della sentenza avvenuta lo scorso 16 settembre.

Vincenzo Brunelli

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