Maxifurto all’Oleificio Rocchi: via 300 quintali d’olio foto

di Roberto Salotti
Un furto programmato nei minimi dettagli. Forse da giorni. Non erano soldi quelli che cercavano i ladri, ma un “oro” liquido, di cui è ricca la Lucchesia: l’olio. Il colpo messo a segno nella notte all’Oleificio Rocchi di Sant’Alessio ha fruttato ad una banda di professionisti quasi 100mila euro. Equivalenti a circa 300 quintali di olio, quelli cioè aspirati da un silos all’interno dell’azienda, fino ad una cisterna piazzata sull’argine del fiume, in corrispondenza della passerella pedonale sul Serchio. Con un tubo di oltre 200 metri, posizionato sull’argine e nascosto con foglie e erba, hanno rubato l’olio pompandolo con una facilità che lascia sbigottiti perfino i titolari che sono convinti che i ladri abbiano utilizzato macchinari del mestiere. E’ questo il sospetto maturato subito dopo la scoperta del colpo, questa mattina (28 maggio) attorno alle 7,30 quando i primi dipendenti sono arrivati al lavoro.

“Questa è opera di gente che sa bene il fatto suo e che conosce questa azienda”, commenta il direttore Cesare Rocchi, che per ore ha seguito il sopralluogo delle volanti e degli uomini della polizia scientifica della questura di Lucca che palmo a palmo hanno setacciato l’azienda, scoprendo il tubo, abbandonato dai malviventi.
Un colpo messo a segno sicuramente dopo le 3,30 del mattino, quando il primo spedizioniere è partito dall’Oleificio Rocchi per una consegna a Torino. Lasciando l’azienda ha visto un mezzo con cisterna dirigersi verso via delle Piagge. Gli è sembrato strano sulle prime, perché in azienda non era rimasto nessuno, ma ha pensato che si stessero dirigendo verso una rimessa che si trova poco distante dall’Oleificio Rocchi e ha proseguito. Non poteva immaginare che forse erano proprio i ladri che di lì a poco hanno saccheggiato la ditta.
La banda ha piazzato la cisterna sulla golena del fiume, collegando al tubo che era già sistemato. Poi hanno raggiunto l’Oleificio collegando una pompa al tubo e aprendo il silos più vicino, dopo aver forzato la porta e aver messo ko il sistema d’allarme.
Con tutta calma, poi, hanno aspirato via l’olio e recuperato la cisterna, dileguandosi nel nulla. Ma lasciando dietro di sé danni ingenti, che fra il valore del furto e il caos creato in azienda, non sembrerebbero inferiori a 200mila euro.
La polizia intervenuta immediatamente sul posto, sta cercando di ricostruire nel dettaglio come si sono svolti i fatti e soprattutto ha passato al setaccio le immagini delle telecamere di sicurezza che l’azienda ha piazzato ovunque. Perfino sul tetto, da dove i ladri erano entrati nel corso dell’ultimo raid. “Sono ben cinque i furti che abbiamo subito negli ultimi sette anni – commenta amareggiato Cesare Rocchi -. Ogni volta abbiamo anche cambiato il sistema di allarme, per timore che i ladri ci riprovassero ma non è servito a niente, perché lo hanno messo ko”.
Ma c’è di più. Il sospetto è che il tubo utilizzato dai malviventi fosse stato piazzato da più di qualche giorno. Gli investigatori si sono resi conto che era nascosto da foglie e vegetazione e l’ipotesi è che si attendesse il momento “propizio” per fare il colpo, da qualche tempo.
Stanotte è arrivata evidentemente l’occasione giusta. Purtroppo, però, le immagini delle telecamere sono riuscite a riprendere soltanto delle sagome. Tre, forse quattro persone all’opera all’interno della ditta. “Siamo convinti – commenta il titolare – che sia una banda di ladri professionisti e esperti del mestiere”. E nessuno, a quell’ora della notte, sembra essersi accorto di nulla.
FOTO – Maxicolpo all’Oleificio Rocchi

 

VIDEO – I danni lasciati dai ladri all’Oleificio Rocchi (servizio di DìLucca)
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