Autotrasportatore pestato a sangue, c’è già una pista foto

di Roberto Salotti
Lo hanno trovato a terra, all’esterno della sua Golf cabrio, quasi aggrappato alla ruota anteriore destra. Un autotrasportatore 44enne di Lucca, Rossano Barsotti, in una pozza di sangue, a pochi metri dalla piscina Reset H2O a Ponte San Pietro, in una stradina sterrata che porta alla golena del fiume Serchio. A dare l’allarme attorno alle 8 di stamani (21 giugno) è stato il bagnino. Filippo, che lavora al Reset, ha visto l’auto arrivando a lavoro ed è andato a controllare. Non aveva ancora visto il corpo dell’uomo, che era riverso nella polvere davanti alla Golf. “All’inizio – racconta – ho pensato che fosse morto, ho provato a chiamarlo e non mi rispondeva, non dava alcun segno di vita. Così ho chiamato il 118 e ho detto di fare presto. Poco dopo l’uomo a terra si è mosso e ha lanciato un lamento. Solo allora mi sono reso conto che era ancora vivo”.

Un episodio che resta per ora avvolto nel mistero. I carabinieri sospettano che sia stato brutalmente aggredito da qualcuno, in quella stradina sterrata. L’ipotesi che il pestaggio sia avvenuto a Ponte San Pietro, fuori dalla Golf del camionista, a pochi passi dal Reset, ormai sembra diventata una certezza, sulla base anche di alcune tracce ritrovate dagli inquirenti sul posto. Al momento i carabinieri che indagano per dare contorni a una vicenda che resta inquietante. Barsotti, che vive a Sant’Anna e che ha due figli, adesso è in coma all’ospedale Cisanello di Pisa: qui è stato trasferito da Lucca in mattinata per un grave trauma cranico e facciale e una frattura scomposta alla gamba sinistra: fortunatamente non sarebbe in pericolo di vita ma versa in condizioni critiche. Sul posto dell’aggressione, questa mattina, hanno svolto accurati rilievi anche gli uomini della scientifica, insieme al medico legale Stefano Pierotti. Gli investigatori hanno cercato tracce all’interno e fuori dall’auto, per stabilire se Rossano si trovasse in compagnia di qualcuno e soprattutto di chi. Le indagini ora sono condotte dal nucleo investigativo dei carabinieri, condotto dal capitano Sebastiano Pennisi, in collaborazione con il Norm e la stazione di Nozzano.
Le testimonianze. “Era una maschera di sangue – racconta il titolare del Reset, Maurizio Vangone -: i miei dipendenti lo hanno soccorso chiamando l’ambulanza, ma mi hanno detto che era ridotto molto male e aveva il volto tumefatto”.
Sono molti gli interrogativi a cui i carabinieri cercano una risposta in queste ore. Anzitutto, c’è da capire per quali motivi l’uomo fosse nel posto dove è stato ritrovato agonizzante: la piscina era chiusa da ieri sera alle 20 e le attività in zona sono deserte. Forse un appuntamento con qualcuno? Forse proprio con la persona o le persone che lo hanno aggredito?
Qualche dettaglio potranno fornirlo eventualmente le immagini delle telecamere di sorveglianza esterne alla piscina. In quei filmati, acquisiti in mattinata, i carabinieri sperano di chiarire le circostanze della presunta aggressione.
L’allarme. Sono le 8,05 di questa mattina (21 giugno) quando Filippo, il bagnino del Reset, arriva a lavoro. Nota subito la Golf parcheggiata a qualche metro di distanza e si avvicina. L’auto è aperta e Filippo fa ancora qualche passo: vede il corpo di un uomo riverso a terra e una pozza di sangue. Chiama subito il 118 e un’ambulanza arriva in pochi minuti. Subito dopo giungono anche le pattuglie dei carabinieri e iniziano i rilievi. Sul posto anche la scientifica che passa al setaccio la zona a caccia di indizi, insieme al medico legale.
Le indagini. I militari hanno ascoltato anche gli inservienti della piscina, che hanno trovato il camionista e hanno dato l’allarme. Nessuno sa dire cosa ci facesse in quella zona, visto che l’attività era chiusa la sera prima. Si scava ora nella vita del 44enne, per cercare di ricostruire le ore prima del brutale pestaggio. Qualche elemento sarebbe comunque già emerso e le indagini dei militari proseguono a ritmo serrato.

FOTO – Le indagini dei carabinieri a Ponte San Pietro

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