Giovane morto per overdose, arrestato il presunto pusher

Svolta nelle indagini ad un mese dalla morte di Manuel Petri, il giovane di 25 anni trovato cadavere sopra il sottopasso di San Concordio la mattina del 21 maggio scorso (Articolo, foto e video). I carabinieri del nucleo operativo di Lucca, coordinati dal sostituto procuratore Elena Leone, hanno arrestato il presunto pusher dal quale il ragazzo avrebbe acquistato la dose di stupefacente che le sarebbe risultata fatale. I periti della Procura, sulle cui relazioni ha deciso anche il giudice, sembrano concordi nel ritenere che a provocare il decesso del giovane, che viveva con i genitori a San Concordio e che stava cercando di lasciarsi alle spalle un passato difficile, sia stata proprio la droga. Per questo Omer Boumardasse, 35 anni, di origini marocchine residente nella zona della stazione di Lucca da dove – sostengono gli inquirenti – controllava gran parte dello spaccio al dettaglio tra Porta San Pietro, Porta Elisa e il centro storico, è stato colpito da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere con l’accusa di morte in conseguenza di un altro reato (ovvero lo spaccio).

I carabinieri hanno fatto scattare le manette ieri, dopo che l’uomo si era barricato in casa, avendo appreso che uno dei suoi presunti complici era finito in manette. I suoi guai però erano appena cominciati, perché nel corso della perquisizione domiciliare i carabinieri hanno trovato una quindicina di dosi, tra eroina e cocaina, facendo scattare anche un arresto in flagranza con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
Le indagini. I carabinieri, che già da tempo indagavano su Boumardasse, che era finito in manette nell’ambito di un’indagine della polizia per spaccio di droga, nel gennaio di un anno fa, sono giunti a lui, fin dai giorni successivi al drammatico ritrovamento del cadavere di Petri, sul sottopasso di San Concordio. A portare a lui gli accertamenti sulle utenze telefoniche del giovane, ma soprattutto la ricostruzione delle ultime ore di vita di Manuel Petri. Secondo l’accusa, il giovane era uscito di sera con un coetaneo, insieme a cui avrebbe acquistato dello stupefacente – si sospetta eroina – dal presunto pusher. I due, stando al racconto dell’amico di Petri, si sarebbero poi appartati nel luogo dove Manuel è stato poi ritrovato morto e avrebbero assunto la droga, prima di salutarsi. Manuel avrebbe cercato di dirigersi verso casa, ma l’amico, invece, si è recato in centro storico. Poco dopo ha accusato un malore quando si trovava nei pressi della salita del Caffè delle Mura. Alcuni passanti lo avevano soccorso, chiamando l’ambulanza: i medici erano riusciti a salvargli la vita dal rischio di overdose. Ben altro destino sarebbe toccato invece a Manuel che, rimasto solo, in una zona dove nessuno lo ha notato fino al mattino dopo, è morto accasciandosi a terra e senza riprendere più conoscenza. Un dramma che ha sconvolto la città, sui cui hanno fatto in breve luce le indagini dei carabinieri, con la collaborazione anche della polizia. L’amico di Manuel aveva tentato di salvargli la vita. Poco dopo che si era allontanato da lui, hanno ricostruito gli inquirenti, ha cominciato a sentirsi male. Pensando che ciò fosse dovuto alla droga, attorno alle 11, poco prima che crollasse anche lui a terra e venisse soccorso dai passanti, ha telefonato al cellulare di Manuel. Nessuna risposta: forse la tragedia – e lo confermerebbe anche l’autopsia – si era già consumata.
L’arresto. Per questo, fin da subito le attenzioni si sono concentrate su Boumardasse. Secondo l’accusa sarebbe stato lui a cedere la droga killer a Manuel Petri e al suo amico. Così ieri i militari si sono presentati nella sua abitazione, dove Boumardasse si era barricato, appena appreso dell’arresto di Abderrazak Maallaoui, 42 anni, tunisino residente a Lucca, accusato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti dagli investigatori che lo hanno pedinato, documentando la cessione di droga ad un assuntore, nei pressi del parcheggio del Campo di Marte. Riusciti ad entrare, i carabinieri hanno notificato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere a Boumardasse, arrestandolo anche per possesso di stupefacenti. Già sorvegliato speciale, per gli investigatori gestiva un giro di spaccio al dettaglio fra Porta San Pietro, Porta Elisa e il centro storico.
Allarme eroina. Una partita di droga killer: è questo il sospetto dei carabinieri, che continuano ad indagare sulla tragica morte di Manuel Petri. Si cercano soprattutto eventuali correlazioni con altre overdose che hanno costretto altri giovani alle cure dell’ospedale. Uno dei casi su cui è puntata l’attenzione riguarda una giovane che sempre il 21 maggio scorso aveva accusato un malore mentre si trovava sulle Mura, dopo aver assunto eroina. Per gli investigatori trovare una corrispondenza con quanto accaduto a Petri non è facile, ma cresce comunque la preoccupazione sulla diffusione, sempre più frequente, tra i giovani delle droghe pesanti.

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