Quattro indagati per l’omicidio di Manuele Iacconi foto

Sono quattro le persone coinvolte secondo gli inquirenti in quello che dopo ieri è diventato l’omicidio di Manuel Iacconi (Leggi). In queste ore il pubblico ministero Sara Polino sta vagliando tutte le posizione. Oltre alle quattro persone di Viareggio coinvolti direttamente nell’aggressione a colpi di casco ai danni di Manuele Iacconi, c’è poi una quinta posizione che dovrà essere vagliata con ulteriore attenzione per capire se si configuri nella sua condotta una qualche responsabilità nei fatti che hanno portato prima all’aggressione e poi alla morte dell’uomo. Chi comunque la notte di Halloween, il 31 ottobre, si trovava in via Coppino e colpì il 34enne, residente a Piano di Mommio, che da anni lavorava a Porcari nell’azienda meccanica di famiglia, ora rischia di essere accusato di omicidio volontario visto che dopo un mese di degenza all’ospedale di Livorno e vari interventi Iacconi è morto presumibilmente per le ferite riportate alla testa a causa dell’aggressione a colpi di casco. Le indagini le sta conducendo la polizia del commissariato di Viareggio e adesso sarà fondamentale, al di la della deposizione resa a cinque giorni dai fatti da un minore di Viareggio che si è accollato tutta la responsabilità dell’aggressione, capire l’esatta dinamica dei fatti. La versione dei fatti resa dal giovane agli inquirenti non è stata convincente fin dall’inizio, visto che poi ad assistere all’aggressione probabilmente vi erano dei testimoni. Insomma una storia dal punto di vista delle indagini ancora da chiarire e approfondire a maggior ragione oggi visto che l’ipotesi di reato da lesioni gravissime quasi sicuramente diventerà omicidio volontario.

La versione dei fatti raccontata dal minorenne
Tutto, secondo quanto riferito dal ragazzo minorenne sarebbe cominciato per un fraintendimento al semaforo. In un primo momenti si pensava a una lite stradale, poi è spuntata la questione di un gesto frainteso da Iacconi, che dopo essersi recato per una serata con amici in Darsena, quando ha incontrato i suoi aggressori si trovava nella sua automobile fermo al semaforo in via Coppino in attesa che scattasse il verde. Dalle parole del ragazzo la situazione sarebbe rapidamente degenerata, quando lui ha chiesto a Iacconi con un gesto frainteso una sigaretta e dopo un brevissimo alterco lo sfortunato 34enne sarebbe stato ripetutamente colpito alla testa e al volto con un casco da motociclista poi ritrovato dagli inquirenti, una storia che scricchiola secondo la polizia. Fatti che se confermati dalle indagini potrebbero anche far spuntare l’ipotesi di omicidio volontario con dolo eventuale. Il pm infatti oltre a vagliare i fatti e gli elementi di prova raccolti con ogni probabilità chiederà anche l’autopsia sul corpo di Iacconi, proprio per sgombrare il campo da ogni altra possibile ipotesi sulle cause della morte. Inoltre adesso sarà fondamentale capire i singoli ruoli degli indagati nell’aggressione. Nelle prossime ore non è da escludere che il pm possa compiere degli atti proprio nei confronti degli aggressori.
E sul drammatico episodio in queste ore dopo la morte di Iacconi stanno fioccando le prese di posizione e gli attestati di solidarietà alla famiglia anche da parte del mondo politico. L’avvocato Massimiliano Baldini del Movimento dei Cittadini per Viareggio e Torre del Lago Puccini in una nota spiega: “Il Movimento nel testimoniare la propria vicinanza alla famiglia, chiede agli organi inquirenti che le indagini sul brutale omicidio del giovane Manuele Iacconi possano consegnare più rapidamente possibile alla giustizia i responsabili di questa ingiusta, tremendamente ingiusta, tragedia e si augura che le pene previste dal codice (penale ndr) siano applicate senza alcuna indulgenza e fatte eseguire fino in fondo e senza il solito eccessivo ricorso a istituti premiali che, in tale situazione, non sarebbero certo compresi da parte di una comunità profondamente scossa da quanto è successo”. (G.M.)

 

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