Messa alla prova per Carmignani, il gup si riserva

Per il “verdetto” si dovrà attendere, probabilmente, la prossima settimana. Perché il giudice per le udienze preliminari Riccardo Nerucci si è riservato di decidere sulle richieste avanzate dalla difesa del comandante della polizia municipale di Lucca, Stefano Carmignani, accusato di peculato d’uso e falso ideologico per alcuni presunti utilizzi dell’auto civetta del comando per scopi non istituzionali. I legali del comandante, gli avvocati Enrico Marzaduri e Gioia Crippa, avevano presentato istanza di proscioglimento o, in alternativa, la sospensione del procedimento con la messa alla prova del comandante.

Dopo un paio di udienze in cui erano state definite le questioni tecniche e procedurali legati all’istituto della messa alla prova, una novità introdotta di recente, stamani (27 gennaio) si è svolta la nuova udienza. Ma non c’è ancora una decisione. L’ultimo rinvio risale al 16 dicembre scorso, udienza in cui erano state richieste dal gup alcune integrazioni all’istanza di messa alla prova.
Se il giudice riterrà di accoglierla, non si farà alcun processo: il procedimento sarà sospeso e il reato (che quindi sussisterebbe) estinto e il comandante affidato a lavori socialmente utili presso enti pubblici indicati nella proposta presentata.
L’inchiesta, coordinata inizialmente dall’ex procuratore facente funzioni Fabio Origlio e passata dopo il suo trasferimento al sostituto procuratore Piero Capizzoto, era venuta a galla il 1 febbraio scorso gli uomini della pg dei carabinieri si presentarono al comando di piazzale San Donato e all’ufficio personale del Comune di Lucca per acquisire documentazione sugli accessi alla Ztl di auto riconducibili al comandante o sulle missioni dell’auto civetta. In meno di venti giorni erano stati due i “blitz” eseguiti dai carabinieri della sezione di polizia giudiziaria della procura che al comando hanno acquisito documentazione inerente i mezzi in uso al comandante, gli accessi alla Ztl, e perfino i fogli delle presenze al lavoro di Carmignani, acquisiti all’ufficio personale del Comune. Atti volti a confermare eventualmente l’accusa del peculato d’uso: l’ipotesi degli inquirenti, in particolare, è che sia stata utilizzata dal comandante, in modo improprio, l’auto civetta dei vigili urbani che in genere viene impiegata per i servizi in borghese. Quanto invece all’ipotesi di falso ideologico in certificati o autorizzazioni amministrative, al vaglio ci sarebbero alcuni pass per gli ingressi in area Ztl per vetture private in uso al comandante.
Viaggi e ‘missioni’ nel mirino. Sotto la lente degli inquirenti sono finiti in particolare una decina di viaggi del comandante che, dai primi accertamenti, sono sembrati “sospetti”. L’inchiesta della procura aveva mosso i primi passi dalle segnalazioni contenute in una serie di esposti finiti sul tavolo del magistrato e l’obiettivo è trovare o meno riscontro alle denunce molto circostanziate che hanno messo nel mirino la guida dei vigili urbani. Nel frattempo sono stati aperti altri due filoni d’inchiesta, l’ultimo dei quali su presunti accessi illeciti alla Ztl si è tradotto nei giorni scorsi in nuove acquisizioni della pg al comando della polizia municipale e all’ufficio personale del Comune.

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