Del Grande, l’avvocato: “Ci impediscono di vederlo”

Sono giorni di grande ansia per la famiglia di Gabriele Del Grande. Ma attorno a loro si sta stringendo una catena di solidarietà che non coinvolge soltanto Lucca e la sua provincia, terra d’origine del giornalista e documentarista fermato in Turchia undici giorni fa e ancora non rilasciato. La Farnesina è al lavoro, ma un primo tentativo di contattare Del Grande sembrerebbe fallito: all’avvocato turco e al vice console di Ankare arrivati in giornata a Mugla, nella struttura dove Gabriele si trova reclusa, sarebbe stato impedito di vedere e parlare con il giornalista lucchese. Ma il ministro degli esteri Angelino Alfano, già in mattinata, da Pescara, rassicurava: “Ho in fase di lavorazione un contatto mio personale e diretto con il Governo turco – ha detto -, per fargli capire chiaramente qual è il livello di attenzione del nostro Paese su questa vicenda”.
“Abbiamo esercitato tutte le pressioni che la diplomazia permette di esercitare – ha aggiunto il titolare della Farnesina -. Abbiamo, inoltre, chiesto una visita diplomatica presso la struttura dove si trova in questo momento Gabriele Del Grande. Ringraziamo tutti coloro che sono in azione per restituire alla libertà piena il nostro connazionale”, ha detto, aggiungendo che “siamo in costante contatto con la famiglia”. Alla famiglia arriva anche la vicinanza dell’ex premier Matteo Renzi che scrive su Twitter: “Tutti insieme, senza distinzioni, diciamolo chiaro al governo turco #iostocongabriele”.

Nel pomeriggio poi quel contatto con il governo turco annunciato dal ministro Alfano si concretizza: “Ho appena concluso una telefonata con il  collega turco al quale ho ribadito la nostra ferma richiesta di un  immediato rilascio di Gabriele Del Grande” e “ho ricevuto da parte del collega turco il massimo impegno relativamente alla loro attenzione al caso e al fatto che le loro procedure, che seguono il corso della  legge turca, vengano concluse al più presto”, afferma il titolare della Farnesina. “Ho ribadito con forza – aggiunge il ministro degli esteri – che la  vicenda procedurale in corso non può in alcun modo impedire  l’assistenza legale e ogni forma di sostegno e assistenza a Gabriele  Del Grande e ho chiesto che il tutto venga concluso nei termini più  rapidi possibile, nel comune interesse della comune relazione  Italo-turca. Mi è stato assicurato che tutto quanto è nelle possibilità per rendere rapide queste procedure verrà fatto”.
E qualcosa si stava già muovendo in mattinata anche se l’avvocato turco di Del Grande e il vice console di Ankara non sono riusciti a incontrare il giornalista dopo essersi recati nel centro di detenzione amministrativa di Mugla, sulla costa egea meridionale della Turchia, dove è trattenuto il 34enne lucchese. Della visita si parlava fin dalle prime ore della giornata e la notizia diffusa dall’Ansa è stata confermata anche dai familiari che sono in stretto contatto con la Farnesina. Tuttavia, alla delegazione non sarebbe stato possibile parlare con Del Grande. “Il vice console italiano ad Ankara e il legale turco di Gabriele Del Grande sono andati nel carcere dov’é detenuto il giornalista italiano, ma le autorità turche gli hanno impedito di vederlo”. A dare la notizia, durante una conferenza stampa al Senato, è stato il presidente della Commissione per i diritti umani Luigi Manconi che ha avuto un colloquio telefonico con l’avvocato di Del Grande. La visita, come spiegano fonti turche contattate dall’Ansa, dovrebbe comunque svolgersi venerdì.
L’invio di una rappresentanza consolare era stato disposto dal ministro degli Esteri, Angelino Alfano, mentre l’ambasciatore d’Italia ad Ankara, Luigi Mattiolo, ha trasmesso alle autorità turche la richiesta di visita consolare, come previsto dalla Convenzione di Vienna del 1963. E questo presunto “rifiuto”, rischia di “aggravare la situazione”, come ha commentato Manconi, affiancato da un gruppo di amici di Gabriele, presenti alla conferenza stampa in Senato. “Il ministro degli Esteri turco – ricorda Manconi – aveva promesso nei giorni scorsi di inviare una nota all’ambasciatore italiano ad Ankara per spiegare quali fossero le accuse mosse nei confronti di Del Grande. Ma questo non è mai avvenuto. Ed è quindi già questa una violazione degli accordi presi”. “Quando stava emergendo una possibile soluzione positiva, la situazione si è aggravata ed è emersa la necessità di mobilitarsi”, ha aggiunto il senatore Luigi Manconi presentando al Senato, insieme agli amici di Gabriele Del Grande, un appello alle istituzioni perché si impegnino alla liberazione dello scrittore.
Secondo Manconi, le procedure “potrebbero essere non brevi”, tenuto conto che sarebbero emersi, nelle presunte accuse ancora ignote a carico di Del Grande “profili di sicurezza nazionale”.
“Oggi è necessario – conclude Manconi – una stretta alleanza con le istituzioni per restituire Gabriele alla libertà”.

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