Torna il pranzo di Natale con la comunità di S. Egidio

Il tradizionale pranzo di Natale con i poveri, come avviene dal 2011, torna anche quest’anno nelle navate di S. Pietro Somaldi, una delle più belle chiese della città. Prosegue così la collaborazione tra la Comunità di Sant’Egidio, stabilmente presente a Lucca da oltre un decennio e la chiesa cittadina, che da alcuni anni ha accolto l’idea di Sant’Egidio di ospitare il tradizionale pranzo di Natale con i poveri all’interno di una chiesa del centro storico, come del resto già avviene in molti luoghi in cui è presente la comunità.

L’anno passato circa 240 persone hanno pranzato assieme il giorno di Natale nella Chiesa di San Pietro Somaldi, un gesto che in un tempo come quello che stiamo attraversando, caratterizzato da aspri conflitti e nuove diffuse paure per il fenomeno terrorismo, diviene ancora più significativo: la Chiesa accoglie i poveri tra le sue mura, mostrando come l’unica strada possibile per costruire il futuro sia quella di vivere assieme.
“Per molti – spiega la Comunità di Sant’Egidio -, anche questo Natale non sarà una festa di pace, a causa dei tanti conflitti che ancora attraversano il nostro tempo: dalle numerose guerre africane fino al dramma della Siria, per cui appare ancora lontana una credibile soluzione, senza dimenticare il drammatico destino della città di Aleppo, simbolo dell’incapacità della comunità internazionale di darsi un ordine davvero fondato sulla pace. Le migrazioni dal Medioriente e dal Nord Africa verso l’Europa hanno intanto assunto dimensioni che chiedono al nostro continente una visione globale all’altezza della propria storia di civiltà e del proprio umanesimo. In questo senso il pranzo di Natale assume un significato ulteriore: rappresenta la volontà della città di scegliere l’accoglienza come valore fondante della sua convivenza, di rispondere alla paura del diverso ed alla imperante filosofia del costruire muri, promuovendo invece l’inclusione attraverso la costruzione di ponti di amicizia tra diversi”.
“La presenza di molti profughi giunti da tanti paesi in guerra o segnati dal dramma della povertà – si legge ancora nella nota -, dopo lunghi e terribili viaggi, è espressione chiara di un’idea di convivenza che vince la paura e le divisioni. In particolare quest’anno sarà con noi anche la famiglia Krikor, proveniente dalla martoriata Aleppo. Il padre Dikran, dopo che qualche mese fa un missile ha distrutto il suo laboratorio artistico, ha deciso che era venuto per loro il tempo di lasciare l’amata città natale; così insieme a sua moglie Linda ed al piccolo Antranig di 8 anni, ha lasciato la Siria. Grazie al progetto dei Corridoi Umanitari, promosso dalla Comunità di Sant’Egidio in collaborazione con le Chiese Evangeliche e Valdesi, dal mese di Novembre vivono in un appartamento del centro storico, messo generosamente a disposizione da un privato. Questo sarà per loro, dopo cinque anni, il primo Natale passato in tranquillità, senza la paura di perdere la vita a causa della guerra”.
Tra le tavole imbandite ai piedi dell’altare di S. Pietro Somaldi siederanno anche 15 profughi accolti nelle strutture della Croce Rossa Italiana, “segno visibile – spiega la comunità – di una città che vuole presentarsi come aperta e accogliente soprattutto nei confronti di chi fugge dalla guerra o da condizioni di povertà e disagio inaccettabili per chiunque”.
Il prossimo Natale sarà quindi un’opportunità per tanti: per chi non ha il riparo di una casa e di una famiglia, il giorno della festa non sarà trascorso in solitudine, per tante persone comuni, desiderose di rispondere a quella domanda di amore verso i deboli che è il Natale, ci sarà la possibilità contribuire in diversi modi alla costruzione della solidarietà di cui parla il Vangelo: “Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici, né i tuoi fratelli, né i tuoi parenti, né i ricchi vicini, perché anch’essi non ti invitino a loro volta e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando dai un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti” (Luca 14,12-14).
In dettaglio, sino dalle 10 del 25 dicembre i volontari che hanno scelto di trascorrere il Natale con la grande famiglia di Sant’Egidio saranno impegnati nei preparativi per il pranzo che, in realtà, vede coinvolte numerose persone nella sua organizzazione anche nelle settimane precedenti.
Il pranzo sarà introdotto dalle parole del sindaco di Lucca Alessandro Tambellini, che ha già assicurato la sua presenza, e dell’arcivescovo Italo Castellani che si fermerà per incontrare personalmente i tanti che popoleranno la chiesa di S. Pietro Somaldi.
“La Comunità di Sant’Egidio porta dunque la sua esperienza di amicizia con i poveri nella chiesa cittadina – si spiega in una nota -, desiderando così dare un segno di vera unità della città con gli ultimi proprio in tempi in cui paiono riemergere sentimenti che rischiano di mettere in discussione i valori di rispetto e convivenza inclusiva che caratterizzano la nostra Europa. Certo, perché questa giornata speciale sia realizzata al meglio c’è la necessità di raccogliere tante energie e la collaborazione di tutti. In tanti hanno scelto di sostenerci: molti ristoranti della città contribuiranno regalandoci i pasti, alcuni forni con pane e focaccia, altre aziende con forniture gratuite di formaggio, acqua e bibite, altre con tovaglie e stoviglie, ma anche vivai con piante per rendere l’ambiente davvero familiare. Un grazie particolare alle Misericordie di Lucca e Lido di Camaiore, per l’importante sostegno logistico alla realizzazione della festa ed infine al comitato popolare di piazza San Francesco, che mettendo a disposizione le proprie cucine renderà possibile la preparazione dei pasti caldi”.

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