Lucca Underground Festival, Erika Pelllicci presenta ’00’ foto

Il Lucca Underground Festival ha ospitato sabato scorso Erika Pellicci, giovane studentessa dell’accademia di belle arti di Firenze, con la prima presentazione assoluta del suo nuovo progetto fotografico 00 che sarà allestito prossimamente a Firenze.

Taglio sbarazzino e occhi azzurri e vispi, sono solo l’anticipazione di una personalità allegra, libera e scoppiettante.
La cultura underground non è affatto diffusa in Toscana, né in Italia a dirla tutta. Il Lucca Underground Festival è forse l’unico esempio di questo tipo, cosa ne pensi?
È sicuramente una bella iniziativa. Anche perché non si sente parlare molto in giro di cultura Underground; in particolare qui a Lucca non ci sono poi così tante proposte che riguardino l’arte di questo genere. Quelle che ci sono non sempre sono interessanti. Lucca Underground Festival invece riesce da solo ad integrare tutte le cose che mancano
Tra i tuoi lavori, sia fra quelli presentati al Festival sia fra quelli che non hai presentato o che non riguardano il Festival, c’è qualcosa che definiresti Underground?
Tutto! Forse dipende anche da cosa uno intende per underground. Alla fine qualsiasi cosa può essere underground se posta diversamente da come o dove siamo abituati a vederla
In ciò che fai, ricerchi l’underground?
No. Secondo me è già tutto fatto. È più una ricerca personale, la mia. Generalmente non è nei miei pensieri. Se c’è non lo faccio apposta
Allestirai una mostra dopo il festival
Sì, ma non sarà solo mia. È di diversi ragazzi, alcuni sono ex studenti dell’Accademia, altri sono ancora studenti. Sarà alla Saci a Firenze. Il curatore di questa mostra mette in contrapposizione l’arte antica, o comunque degli scorsi decenni, a quella contemporanea; ci saranno anche diverse performance per evidenziare proprio il ruolo del corpo come mezzo di espressione.
E infatti è proprio il corpo che tu tratti nelle tue opere, generalmente il tuo, anche se ti è capitato di fotografare altre persone. Ma che significato ha per te quest’opera che hai presentato in anteprima assoluta al Lucca Underground Festival?
È difficile da spiegare, anche perché siete stati voi i primi a vederla, non l’ho presentata da nessuna parte. Il festival è stato il primo ospite. L’opera gira intorno al corpo, attraverso la frammentazione di elementi. Il mio intento era di rappresentare l’erotismo senza alcuna volgarità. Ho voluto raffigurare i frammenti senza il volto perché l’erotismo non è niente che si veda, ma qualcosa che si percepisce
C’è qualcosa che ci tieni particolarmente a trasmettere a chi guarda le tue opere? Che siano di nudo o meno
La rottura dei limiti. Quelli che la mente di ognuno di noi si pone. Ne è l’esempio il nudo, che spesso sconvolge la gente che guarda. Ma siamo nati nudi, che problema bisogna farci? Poi cerco anche di trasmettere quello che provo io mentre fotografo, una sorta di diario. Tutti i tipi di arte sono molto personali, no? Qualsiasi opera, che siano fotografie o altro, ha molto del proprio io dell’artista. Mi baso tanto sulla sperimentazione: è necessario agire, fare, provare
Ti concentri molto sul nudo, tanto da incentrarvi un’intera mostra. Perché proprio questa scelta?
Perché secondo me il corpo è il massimo metodo di espressione. Lo rappresento nudo perché è più espressivo, più naturale. È libero. Le maschere sono ovunque, anche i vestiti lo sono: ci si veste in base a cosa dobbiamo fare, ai posti dove dobbiamo andare. Se qualcuno resta nudo è semplicemente come è, e sono proprio la semplicità e la naturalezza il bello che io rappresento
È sicuramente molto importante parlare della tua collaborazione recente con Vanessa Beecroft…
È stata una grande esperienza. È un’artista italo – americana famosissima nell’arte contemporanea, si trova nei libri di storia dell’arte. Eravamo trenta ragazze. Anche lei ricercava la naturalezza e la semplicità tramite il nudo artistico. C’erano da passare due selezioni per essere scelte. Arrivate lì ci hanno truccate per posare e alcune di noi erano avvolte in un velo leggero. La seguo come artista da tanto e la ammiro molto, anche perché lei coinvolge le donne, che nell’arte come spesso negli altri campi vengono messe da parte, fin dai tempi più antichi.

Martina Ruberti
Studentessa dell’Isi Pertini di Lucca

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