A Fondazione Lazzareschi la mostra delle foto di Cesaretti

Gusmano Cesaretti racconta la sua America con Il sogno americano, la personale di fotografia che sarà inaugurata sabato (24 marzo) alle 18 alla Fondazione Lazzareschi a Porcari, prima mostra allestita in Italia per l’artista nato a Porcari 73 anni fa e divenuto ormai fotografo di fama internazionale.

A presentare l’evento, questa mattina in sala Barile, lo stesso presidente del Consiglio regionale, Eugenio Giani, che ha salutato in Cesaretti una storia – e una vita – che richiama quella di tanti toscani emigrati “che hanno conquistato il successo nel mondo grazie al loro talento e alla loro creatività”. A promuovere la presentazione dell’evento a Porcari è stata la consigliera del territorio, Ilaria Giovannetti, che ha definito Cesaretti “un’eccellenza della terra lucchese” e la mostra promossa dalla Fondazione Lazzareschi “un’occasione di arricchimento per l’intero territorio”. Ricordando che tra le manifestazioni collaterali alla mostra è prevista la consegna di un riconoscimento a Cesaretti da parte dell’associazione Lucchesi nel Mondo, la consigliera ha invitato il fotografo – che ormai da 55 anni vive negli Stati Uniti – a entrare a far parte dell’associazione: “Come molti dei nostri cittadini che per ragioni di vita si sono allontanati dal territorio, Gusmano ha avuto successo ma ha anche mantenuto i legami con le radici”. Un ‘omaggio’ che l’artista ha accolto emozionato, ricordando i suoi primi passi a Porcari: “Sono venuto via che avevo 19 anni; il mio papà, quando ne avevo 14, mi regalò la mia prima macchina fotografica. La porto sempre con me, è come averlo accanto”.
Le curatrici della mostra Riccarda Bernacchi e Lucia Morelli raccontano un’esperienza “intensa, costata un anno di lavoro”, per arrivare alla selezione di trenta scatti per due sezioni: Gusmano e il cinema e Gusmano e la Street Photography. Immagini che narrano la vita di questo fotografo molto vicino ai grandi del cinema – Michael Mann, Tony Scott, Marc Forster – ma anche vicinissimo agli uomini umili, ultimi, emarginati o devianti. “Quando lavoro per un film mi immergo totalmente in quello che faccio per 8, 9 mesi – racconta Cesaretti – poi ho bisogno di ritornare nella mia vita”. Ed è allora che nascono alcune delle esperienze incredibili testimoniate nella mostra, come le foto scattate durante gli anni passati a frequentare la zona a est di Los Angeles, il mondo ‘al limite’ che è terra di gang.
La mostra rimarrà visitabile fino al 27 maggio.

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