Venerdì Santo con Boccherini e Jesus Christ Superstar

Tutto pronto per il concerto del Venerdì Santo organizzato da Animando nella chiesa di San Michele. Come ogni anno sarà eseguita una versione diversa di uno Stabat Mater: dopo il successo dello scorso anno, che ha visto ampia partecipazione anche da parte dei turisti per l’esecuzione di Pergolesi, domani (30 marzo) alle 18 sarà la volta del conterraneo Luigi Boccherini. Suo, infatti, lo Stabat Mater per soprano e archi che sarà eseguito dall’ensemble Nuove Assonanze diretto dal maestro Silvano Pieruccini. La voce soprano sarà quella di Linda Campanella, interprete di rilievo che ha saputo farsi apprezzare in Italia e all’estero.

Verrà eseguita la prima versione composta da Luigi Boccherini dello Stabat Mater, scritta nel 1781; il compositore sarebbe tornato poi sulla composizione, venti anni più tardi, ampliandola e arricchendone l’organico vocale (con l’aggiunta di un altro soprano e d’un tenore). Non è certo chi sia l’autore del testo, anche se è ritenuta credibile l’attribuzione al poeta Jacopone da Todi, che l’avrebbe scritto tra il 1303 e il 1306. La sua struttura metrica è quella della sequenza, con strofe di due ottonari a rima baciata, seguiti da un senario sdrucciolo. In totale si tratta di venti strofe. Per il suo impatto emotivo, per la sua lingua scabra e forte, per la sua stessa struttura drammatica, teatrale, il testo ha ispirato nei secoli numerosi musicisti, da Palestrina a Scarlatti, da Pergolesi a Traetta, da Haydn a Rossini, da Verdi a Poulenc. La versione di Boccherini è tra le più commoventi per essenzialità di mezzi e per adesione alla spiritualità del testo, priva com’è d’ogni retorica melodrammatica. La scrittura musicale di Boccherini punta soprattutto alla valorizzazione del testo, aderendo rigorosamente ai suoi significati. Il tono complessivo che risulta dalla partitura è quello dell’elegia e d’un languore doloroso. Vi concorrono sia il canto sia gli strumenti. Da segnalare sia l’incipit dell’opera sia la sua conclusione: la prima sezione, col suo colore cupo, oscuro, esprime con particolare efficacia la tragedia della madre di Cristo, ripiegata ai piedi della croce, mentre nell’ultima sezione il canto sembra levarsi da una condizione di affranta stanchezza per poi liberarsi in una melodia dolce e cullante, che esprime il sentimento, sereno e fiducioso, dell’abbandono di chi prega. Dalla musica del Settecento si passerà poi a quella degli anni Settanta: quest’anno infatti Animando ha pensato a una contaminazione con la musica contemporanea, con l’esecuzione orchestrale del brano Gethsemane di Webber, tratto dall’opera rock Jesus Christ Superstar. Una pausa di riflessione e bellezza nel programma liturgico della parrocchia del centro storico. Il concerto è a ingresso libero.

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