Toto-vescovo: 3 in pole per succedere a Castellani

Voci sempre più insistenti, tra coloro che frequentano i corridoi periferici di Santa Romana Chiesa, vedrebbero imminente la nomina di Guglielmo Borghetti come successore di Italo Castellani. Nato a Carrara nel 1954, l’attuale vescovo di Albenga-Imperia sarebbe ben felice di far rientro nella ‘sua’ Toscana.

Anche perché questo significherebbe, per lui, una sorta di promozione: Lucca, infatti, è sede arcivescovile e potrebbe rappresentare un’ulteriore sfida per Borghetti, che già si è distinto per equilibrio al governo della diocesi ligure – dove Papa Francesco lo aveva inviato nel 2015 (dapprima come coadiutore del vescovo Oliveri) per far fronte a una situazione spinosissima. Era emerso infatti che nel seminario di Albenga erano stati accettati alcuni giovani senza che fosse stata esaminata con il necessario scrupolo la loro vocazione. Una mancanza, questa, che ha portato all’ordinazione di sacerdoti poi indagati o condannati per reati di pedofilia; di sacerdoti che avrebbero avuto il ‘vizio’ di postare su Facebook loro foto di nudo.
Benché quello di Guglielmo Borghetti sia il nome più papabile – anzi, episcopabile – in questi giorni i rumors si sono infittiti. Ed ecco che in pole position per succedere a Castellani troviamo anche l’attuale vescovo di Livorno, Simone Giusti, e il vicario generale di Firenze, Andrea Bellandi. Il primo, originario di Cascine di Buti, ha 63 anni e una formazione da architetto che lo ha portato a progettare alcuni edifici sacri, come la chiesa della Santa Famiglia di Cecina e la Regina Pacis di Fornacette. I lucchesi, qualora Giusti dovesse diventare il loro vescovo, di certo gli perdoneranno i natali pisani: in fondo, ci sono riusciti persino i fedeli labronici, che da 11 anni beneficiano della sua guida.
Il secondo, con i suoi 58 anni, è il più giovane dei tre. Fiorentino, studioso e professore ordinario di teologia, è profondo conoscitore del pensiero del Papa emerito Joseph Ratzinger – argomento oggetto anche della sua tesi di laurea. Dal 2010 è canonico della cattedrale metropolitana del capoluogo toscano e delegato arcivescovile per la formazione del clero; diventa vicario generale nel 2014. Riformista e progressista, a Bellandi mancherebbe giusto un incarico di prima linea, come la guida dell’arcidiocesi di Lucca potrebbe rappresentare, per dare completezza al suo servizio della Chiesa.
I tempi per la nuova nomina, tuttavia, sono incerti. Dall’1 luglio, giorno in cui Castellani ha compiuto i suoi 75 anni di età, si attendono le decisioni di Papa Francesco – che non dovrebbero tardare a lungo. Non quanto, almeno, tardarono quelle di Giovanni Paolo II dopo che l’arcivescovo di Genova Giuseppe Siri rimise il suo mandato, per sopraggiunti limiti di età, nel 1981: il suo successore, infatti, venne nominato soltanto 6 anni dopo. Una storia che con Castellani, desideroso di far ritorno a Cortona, dove è nato, non dovrebbe ripetersi.

Elisa Tambellini

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