Convegno internazionale, due giorni su Domenico Martinelli

Cresce l’attenzione sul convegno internazionale di studi con il quale Lucca celebra i 300 anni dalla scomparsa dell’architetto don Domenico Martinelli, firma del barocco, le cui opere sono conosciute in tutta l’Europa centrale. Alle giornate dedicate alla sua memoria infatti hanno aderito grandi studiosi di livello internazione, che verranno a Lucca per parlare di Martinelli e della sua attività a livello Europeo, dove i suo lavori sono largamente celebrati ed apprezzati.

Al convegno dell’11 e 12 settembre apporteranno un importante contributo, fra i tanti studiosi italiani provenienti da Milano, Roma e Torino, anche grandi nomi che arriveranno a Lucca, dall’Austria come il professor Hellmut Lorenz dell’Università degli Studi di Vienna, principale studioso del Martinelli, non solo dal punto di vista biografico ma anche come architetto, autore di diversi saggi e di una monografia edita in tedesco. E poi ancora il dottor Martin Krummholz dell’Istituto di Arte dell’Accademia delle Scienze di Praga e le dottoresse Katalin Sabo ed Evelin Páll dell’Università di Budapest.
Don Domenico Martinelli (Lucca 1650 – 1718), sacerdote lucchese nato in una famiglia di modeste condizioni, studiò all’accademia di San Luca a Roma, in cui insegnò, e ideò centinaia di progetti per strutture civili e religiose, molti dei quali realizzati come il bellissimo castello di Austerlitz, in Repubblica Ceca, crocevia di storia e architettura di grande fascino.
Si inserì in quella corrente di artisti, interpreti del linguaggio tardo-barocco romano, tanto apprezzato dalla nobiltà mitteleuropea di fine XVII secolo. La sua formazione all’Accademia di San Luca a Roma e l’impeccabile carriera ne avevano fatto un esempio. Il suo arrivo a Vienna, nel 1690, decretò immediatamente il suo successo. Per quindici anni l’architetto lucchese fu al servizio delle più importanti famiglie aristocratiche del Nord Europa, adattandosi perfettamente alle loro aspettative, alle tipologie costruttive e alle tradizioni locali, tanto da farlo preferire a grandi artisti quali Fischer von Erlach. I suoi primi studi di agrimensura furono fondamentali per la realizzazione di edifici nelle remote zone di campagna e contribuirono allo sviluppo di un maggiore livello esecutivo dell’architettura rurale. Martinelli, con il suo stile, concorse in maniera significativa a diffondere e codificare il linguaggio architettonico barocco mitteleuropeo.
L’evento è promosso e organizzato dalla Fondazione Banca del Monte di Lucca, insieme all’Istituto storico lucchese e in collaborazione con Comune di Lucca, Archivio di Stato di Lucca, Biblioteca statale di Lucca, Ufficio scolastico provinciale di Lucca e Massa – Miur, Arcidiocesi di Lucca, Opera del Duomo e dell’Associazione dei Lucchesi nel Mondo; gode dei patrocini della Diocesi di Massa Carrara – Pontremoli, dell’Università degli studi di Firenze e Pisa (Dipartimento Sagas e rettorato), dell’università La Sapienza di Roma, e del Ministero dei beni e delle attività culturali e del urismo.
Tutte le iniziative sono promosse e organizzate dalla Fondazione Banca del Monte di Lucca con il partenariato dell’Istituto storico lucchese, nell’ambito del più ampio progetto Memorie di Lucca. Il comitato promotore e organizzatore è costituito dal presidente della Fondazione Banca del Monte di Lucca, Oriano Landucci, da Antonio Romiti e da Silvia Pettiti.
La sinergia tra i vari enti, che si realizza in questa occasione per celebrare un Lucchese nel mondo, mette a disposizione quattro diverse location (auditorium del Palazzo delle esposizioni, Biblioteca statale, Archivio di Stato-sede di via dei Macelli, chiesa dei Santi Giovanni e Reparata).
Il convegno segna l’inizio di un percorso di riscoperta e divulgazione della figura di Martinelli, nella sua Lucca, e per l’occasione è stata stretta anche una collaborazione con l’ufficio scolastico provinciale, per realizzare apposite attività con le scuole.
Dal punto di vista turistico, essenziale il ruolo delle guide che, in seguito alla presentazione degli elementi conoscitivi durante il convegno, e alla successiva pubblicazione degli atti, potranno illustrare ai visitatori la storia di questo lucchese.

Opere del Martinelli a Lucca
Per un percorso di conoscenza delle sue opere, ecco gli elementi visitabili a Lucca: la cappella di Sant’Ignazio nella chiesa dei Santi Giovanni e Reparata, l’altare del transetto di sinistra di San Michele in Foro (cappella del Crocifisso), il cui altare gemello si trova nella chiesa di Sant’Angelo in Campo; l’altare della chiesa di Sant’Andrea, l’altare di San Nicolao e l’altare della cappella della neve di Santa Maria Corteorlandini. Come opere civili c’è un progetto di Ponte San Pietro, mai realizzato, un progetto per Palazzo Lucchesini (oggi sede dellLiceo classico), anch’esso non realizzato, portali e scaloni di palazzi storici lucchesi. Dai suoi progetti hanno preso spunto artisti come Francesco Pini, noto architetto del Settecento Lucchese.

La biografia
Domenico Martinelli nacque a Lucca il 30 novembre 1650 da una famiglia di modeste condizioni. Iniziò gli studi nel campo del disegno e della matematica, sotto la guida dal padre Paolino (geometra). Divenuto sacerdote nel 1673, nel dicembre del 1678 partì per Roma dove studiò alla prestigiosa Accademia di San Luca e dove dal 1683 ricoprì il ruolo di professore di architettura e prospettiva. Tramite l’accademia entrò in contatto con importanti committenti stranieri e nel 1690 lasciò Roma alla volta di Vienna. Da subito molto apprezzato dalla nobiltà mitteleuropea, svolse incarichi fino alla morte del suo principale mecenate, il conte Dominik Andreas Kaunitz. Nel 1705, rientrato a Roma, proseguì la sua carriera. Alcuni contrasti con alcuni membri dell’Accademia e il suo stato di salute lo indussero a ritornare definitivamente a Lucca nel 1716, dove morì nel settembre del 1718, amareggiato e in povertà.
Martinelli, in diversi momenti della sua vita, ebbe modo di svolgere incarichi anche a Lucca. Non lasciò in eredità alla sua città natale solamente il suo linguaggio, visibile nelle sue opere e soprattutto attraverso le interpretazioni degli artisti successivi quali Francesco Pini, ma anche un patrimonio composto da lettere, schizzi, appunti e disegni tra i più ricchi del periodo barocco. Dallo studio di questo materiale venne alla luce una biografia dell’architetto lucchese, scritta nel 1772 da Giovan Battista Franceschini (suo parente). Quest’opera, alla base delle conoscenze possedute su Martinelli, venne da subito utilizzata da studiosi per esaltare o criticare la figura di Domenico, che nel tempo rimase nelle memorie sempre più circoscritte di un gruppo di suoi eruditi concittadini. Una parte importante dei progetti appartenenti ai beni di Martinelli fu acquistata direttamente dai familiari e dal collezionista lucchese Giacomo Sardini. Una volta immessa sul mercato, fu acquistata dal Comune di Milano, che la conserva tutt’oggi nella collezione Sardini-Martinelli del Castello Sforzesco. Altri disegni furono salvati dalla distruzione e acquistati da un concittadino negli anni 30 del XX secolo ed ancora oggi conservati in collezione privata. Altri, ancora, sono presenti alla biblioteca statale di Lucca.
Informazioni: www.fondazionebmluccaeventi.it, 0583.464062.

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