Al Lucca Museum il ‘Cantico dei cantici’ secondo Elio De Luca

Il Cantico dei Cantici, uno dei testi più lirici e inusuali delle sacre scritture, col suo messaggio di amore universale è alla base del viaggio visivo dell’artista toscano Elio De Luca. Il ciclo di dipinti che compone la mostra itinerante dal titolo Amore. Cantico dei Cantici, a cura di Maurizio Vanni e prodotta da Mviva, farà la sua prima tappa nel Lucca museum e sarà aperta al pubblico da domani (18 settembre) fino al 14 ottobre con ingresso libero. Previsto anche un incontro con l’artista che si terrà sabato (29 settembre) alle 17 e nell’occasione sarà presentato il libro d’artista, edito da Polistampa, che oltre a includere la riproduzione delle opere in esposizione sarà corredato dal testo originale del cantico.

Unico poema d’amore presente nell’Antico Testamento, contenuto sia nella Bibbia ebraica che in quella cristiana, il cantico racconta in versi l’amore tra due innamorati, con tenerezza ma anche con un ardire di toni ricco di sfumature sensuali, che ha guadagnato nei secoli schiere di estimatori anche tra i laici. “Ciò che ha sempre incuriosito l’artista toscano – spiega il curatore Maurizio Vanni – è stata l’analisi del non visibile attraverso il visibile e il mistero che circonda questo componimento non poteva non conquistare la sua attenzione. De Luca tenta di raffigurare i sentimenti e gli stati d’animo scaturiti dalla sua lettura ma cerca anche di indagare le parole da nuove ottiche proponendo una costante ricerca di unire gli opposti: il divino con la materia, il sacro con la terreno, l’infinito con il finito, la luce celestiale con la consistenza dei corpi, dove il soprannaturale potrebbe trasformarsi nel filo rosso che lega tutte le cose del mondo”.
De Luca non si limita a illustrare i passaggi più suggestivi del cantico ma li prende a prestito per celebrare l’amore in tutte le sue sfaccettature, l’estasi, i sospiri, i lucidi sogni, il rincorrersi, il trovarsi, lo stordimento sensoriale, il cercarsi, il ritrovarsi, ma anche l’amplesso e i momenti di dolce erotismo nei quali i due corpi si fondono diventando una cosa sola. I fondi oro rappresentano il non reale, qualcosa di distante e irraggiungibile e danno un effetto mistico e sovrannaturale. “Ne scaturiscono opere raffinatissime – continua Vanni – nelle quali la leggerezza dei corpi sembra quasi immersa in un mare dorato. Gli incarnati appaiono illuminati dall’interno, da un bagliore intenso che li rende eleganti e quasi immateriali. Tutto si muove lentamente, quasi ritmato da un metronomo marziale che scandisce un tempo più esistenziale che cronologico. L’amore si trasforma in simbolo supremo che riesce ad accogliere in sé significati molteplici, materiali e trascendentali, umani e divini”.

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