Sovranità, uguaglianza, libertà alle ‘Conversazioni’

Tre parole per tre scrittori. Le Conversazioni in San Francesco, a Lucca, dedicate ai 70 anni della Costituzione e alle parole dei principi fondamentali, ospitano sabato (24 novembre) alle 21, Massimo Onofri, Carmen Pellegrino e Elena Stancanelli. Massimo Onofri parlerà di sovranità, Carmen Pellegrino di eguaglianza ed Elena Stancanelli di libertà.

Quasi contemporaneamente ai lavori della Costituente, intorno a Maria e Goffredo Bellonci cominciarono a riunirsi, tra il 1944 e il 1946, scrittori, artisti, registi giornalisti e industriali, con il dichiarato intento di creare un nuovo premio letterario. Nasce così la prima edizione del Premio Strega, esattamente in contemporanea con la Costituzione, anch’essa approvata nel 1947 ed entrata in vigore il 1 gennaio 1948. Questo nucleo di intellettuali poneva nella lingua e nel suo impiego letterario la speranza di ricostituire, attraverso la parola, il senso della convivenza civile degli italiani fondata su valori democratici e di solidarietà.
E proprio in quest’ottica, si è ritenuto significativo avere all’interno di questa edizione delle Conversazioni la prospettiva dello scrittore sulla Costituzione, anzi tre prospettive su tre argomenti-cardine, sui quali è ancora aperto un dibattito vivace. Una serata che, come quelle che l’hanno preceduta, si preannuncia densa di suggestioni e riflessioni.
Aprirà l’incontro Massimo Onofri che disserterà su come il concetto di sovranità sia il più contraddittorio e il meno razionalmente fondabile dei concetti cruciali della filosofia politica. Un concetto che ci spalanca sulla vertigine metafisica nichilistica del ‘900.
Carmen Pellegrino farà un breve excursus sul principio di eguaglianza contenuto nell’articolo 3 della Costituzione, sul come si è arrivati alla formulazione del principio, su cosa poi voglia dire da un punto di vista giuridico e politico. E, infine, accompagnerà le sue considerazioni con qualche suggestione letteraria.
“La ricorrenza della parola Libertà nella Costituzione, testimonia la sua età. 1948 – ci dice Elena Stancanelli – Vent’anni dopo gli studenti salgono sulle barricate. Io sono nata in quegli anni, e anch’io sono cresciuta ascoltando la parola “libertà” come la sirena più bella. La libertà è urgente quando è mancata e fascinosa quando è un progetto. Oggi si vogliono muri, difese, pistole. La parola libertà è nascosta, sospesa a favore della sicurezza, intralciata per ricalcare i confini, seppellita in cambio di una correttezza formale. Anche la letteratura è sottoposta a questo nuovo regime censorio. Ma senza libertà in cosa si trasforma l’arte, e soprattutto una democrazia? E qual è il contrario di libertà?”.
Massimo Onofri insegna letteratura italiana contemporanea all’università di Sassari. Collabora con Avvenire, Il Sole 24 Ore, L’Indice dei Libri del Mese, Nuovi Argomenti. È nella redazione di Paragone-Letteratura. Ha pubblicato, tra l’altro, Storia di Sciascia (1994-2004), La ragione in contumacia. La critica militante ai tempi del fondamentalismo (2007, Premio Brancati per la saggistica), Recensire. Istruzioni per l’uso (2008), Il suicidio del socialismo. Inchiesta su Pellizza da Volpedo (2009), L’epopea infranta. Retorica e antiretorica per Garibaldi (2011, Premio De Sanctis per l’Unità d’Italia), Passaggio in Sardegna (2015), Passaggio in Sicilia (2016, Premio letterario Porta d’Oriente).
Carmen Pellegrino, scrittrice e studiosa eclettica, ha indagato alcuni dei nodi salienti della modernità, concentrando i suoi studi sui movimenti collettivi di dissidenza e focalizzando successivamente le sue ricerche sul razzismo, l’esclusione sociale e le condizioni di sfruttamento dei migranti. È stata coautrice di varie opere collettanee (Strozzateci tutti, 2010; Non è un paese per donne, 2011; Novantadue, 2012), mentre tra i suoi temi di indagine più recenti centrale è quello dei borghi disabitati e delle rovine di antichi insediamenti. Le sue ultime pubblicazioni sono Cade la terra (2015, Premio Rapallo Carige opera prima, Premio Selezione Campiello), Se mi tornassi questa sera accanto (2017, Premio Dessì).
Elena Stancanelli è nata a Firenze nel 1965. Esordisce nel 1998 con Benzina (Einaudi Stile Libero) con cui vince il premio Giuseppe Berto e da cui è tratto l’omonimo film del 2001, diretto da Monica Stambrini. Ha pubblicato Le attrici (Einaudi, 2001); il racconto Il giorno del mio compleanno nell’antologia Ragazze che dovresti conoscere (2004); Firenze da piccola (Laterza, 2006 ); A immaginare una vita ce ne vuole un’altra (minimum fax, 2007), Mamma o non Mamma con Carola Susani (Feltrinelli, 2009) e Un uomo giusto (2011). È fra gli autori di Figuracce (Einaudi Stile Libero 2014). Nel 2016 pubblica con La nave di Teseo, La femmina nuda, finalista al Premio Strega 2016, tradotto in Francia, Germania, Paesi Bassi, Spagna. Collabora con “la Repubblica”.

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