Due inviti dal Portogallo per celebrare Vincenzo Lunardi

“L’aver portato in volo in suo nome importanti televisioni di stato fra cui quella indiana e quella giapponese, l’aver realizzato una trasvolata rievocativa delle Alpi in pallone che fece il giro delle redazioni nazionali, oltre ad un decollo da piazza Anfiteatro assieme ad importanti personalità, pare non siano stati eventi sufficienti a far comprendere la necessità di un progetto ormai irrimandabile”. Così Massimo Raffanti, giornalista e scrittore lucchese, fondatore dell’associazione culturale Vincenzo Lunardi Ballon club a cui si deve anche l’organizzazione della Festa dell’aria di Capannori, lancia il grido dall’allarme riguardo all’illustre concittadino lucchese. Vincenzo Lunardi fu infatti uno dei padri dell’areonautica che, osteggiato e invidiato in patria, dovette cercare asilo in Portogallo. L’arrivo di nuove richieste di collaborazione per celebrare questo personaggio di origini lucchesi sono per Raffanti l’occasione per rilanciare l’attenzione su questo tema.

Raffanti, a cui si deve un’ampia opera di divulgazione iniziata nel 1984 tra cui la pubblicazione di Volare in Mongolfiera (Edito da Pezzini Viareggio), ha ricevuto l’invito da parte di due amministrazioni portoghesi per celebrare Lunardi. Questo porta lo scrittore ad esprimere rammarico per il fatto che nella terra natale dell’aviatore non si riscontri lo stesso interesse: “Perfino il ritrovamento della casa natale di Lunardi dovuta ad alcuni storici lucchesi non ha saputo compiere il miracolo – accusa Raffanti – il luogo, risulta ancora fuori dai circuiti delle guide lucchesi nonostante l’apposizione di una targa (2013) che reca le dizioni Comune di Lucca e Balloon Club. Il nostro Club ha nel tempo avanzato diverse proposte alla città di Lucca: fra queste una possibile Lucca-London-Expedition: un grande evento anche mediatico, culturale, turistico e sportivo che, coinvolgendo gli enti e le nostre mongolfiere in un commemorativo volo aerostatico sulla City, poteva gettare le basi per un un prezioso patto d’amicizia con la comunità londinese”.
“Adesso – conclude Raffanti – detenendo materialmente questa lettera d’invito, che sarà mia cura devolvere culturalmente alla città di Lucca e perché no ai Lucchesi nel Mondo, mi auguro possa finalmente iniziarsi un definivo e virtuoso cammino che possa rendere giustizia ad un lucchese cui si deve un impegno scientifico riconosciuto un po’ in tutti i paesi dell’Europa dei lumi”.

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