A Lucca la mostra interattiva per disimparare il razzismo

Operare nella conoscenza, per costruire una percezione vera della realtà che ci circonda, può diventare un’operazione di civiltà molto importante. Una mostra interattiva sul razzismo, per disimparare il concetto che l’umanità possa essere divisa in razze è il progetto di Unicoop Firenze dedicato agli studenti, ma aperto anche agli adulti. Ma che razza e razza. Praticamente diversi, diventa così uno strumento per disimparare il razzismo in un viaggio fra stereotipi e pregiudizi via via messi in discussione.
La mostra, apertasi qualche giorno fa alla casermetta San Paolino a Lucca, si concluderà il 19 marzo e comprende due percorsi: il Viaggio tra i pregiudizi, una simulazione in cui i ragazzi vestiranno i panni dei migranti e il Laboratorio di idee, che stimola dall’immaginazione la capacità critica per poter comprendere le dissimulate forme di discriminazione presenti nel quotidiano.

Coinvolge 29 classi di tutta la Toscana, per un totale di 627 ragazzi. Unicoop Firenze si fa poi testimone anche di un altro progetto nelle scuole: Rifugiati. Una storia dietro a ogni numero. Quattro incontri di due ore nelle classi del terzo, quarto e quinto anno della scuola secondaria di secondo grado per trasmettere ai ragazzi un’analisi attenta delle notizie tramite un incontro diretto con chi ha vissuto sulla propria pelle l’esperienza dell’esilio. Presente a Lucca, l’attivista e ex rifugiata, Laura Falato. L’iniziativa vede la collaborazione dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr).
I progetti sono stati presentati stamani (13 marzo), in una conferenza stampa tenutasi alla casermetta San Paolino, alla presenza di Ilaria Maria Vietina, assessora all’istruzione del Comune di Lucca, Elisabetta Bruni, responsabile delle proposte educative di Unicoop Firenze, Giovannelli Lamberto, presidente della sezione soci di Lucca dell’Unicoop Firenze, Maria Fortini, vice presidente responsabile della cultura, sezione soci di Lucca dell’Unicoop Firenze e l’attivista Laura Youpa, una rifugiata scampata agli orrori delle carceri in Camerun.
“I temi dell’accoglienza e dell’inclusività sono costantemente affrontati dalle proposte educative e la mostra e i laboratori di Ma che razza di razza!, vanno in questa direzione. La modalità è sempre quella di offrire spunti di riflessione e prospettive alternative sulle tematiche con cui le nuove generazioni si confrontano quotidianamente – dice Elisabetta Bruni, responsabile proposte educative Unicoop Firenze – Laura è soltanto una dei 167mila rifugiati in Italia e questo numero corrisponde a circa la metà degli impiegati nel Circolo massimo di Roma. Per questo motivo è importante costruire nelle coscienza una percezione il più vera possibile del fenomeno dell’immigrazione, attraverso analisi di statistiche proporzioni, pensieri e opinioni”.
“L’impegno nelle scuole l’abbiamo scelto nonostante le critiche perché riteniamo che sia un impegno di civiltà importantissimo per il nostro territorio – interviene l’assessora del Comune di Lucca, Ilaria Vietina – l pregiudizio, purtroppo, deriva anche dal fatto che non vi è un dato serio di informazione. Il potersi confrontare con i testimoni è, in questo senso, un’esperienza diretta in dispensabile per sollecitare nei ragazzi e nelle ragazze un punto di vista autonomo e non mediato per contrastare i pregiudizi e creare la cultura del dialogo che riporti all’umanità”.
“Il futuro è nelle mani dei giovani. Studiate – conclude l’attivista Laura Youpa -. Da noi non c’è questa possibilità di acquisire conoscenza. Quando sono arrivata in Italia, molti dei miei compagni di viaggio sono finiti in prigione perché non sapevano di dover possedere un documento o di doverlo richedere, per essere liberi nel loro paese di adozione. Per questo ogni bambino o bambina che ne abbia la possibilità, ha diritto di formarsi in maniera critica e consapevole per essere poi, in futuro, portatore di civiltà”.

Rebecca Del Carlo

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