Al Lounge & Underground la mostra di Borghetti

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Umanoidi che da universi paralleli viaggiano tra passato e futuro per meglio comprendere il presente. I personaggi a tuttotondo nati dalla mano creativa dell’artista toscano Maicol Borghetti e realizzati con tecniche digitali invadono gli spazi del LuCCA Lounge & Underground da ieri (7 settembre) al 6 ottobre (ingresso libero). La mostra personale dal titolo Mythos e Protos, a cura di Maurizio Vanni, vuole essere una sorta di indagine visionaria del qui e ora, ma anche una narrazione delle origini del mondo e di come gli esseri viventi hanno raggiunto lo stato attuale. Ma di quale mondo stiamo parlando?

“Borghetti – scrive Maurizio Vanni – indaga quel territorio di confine dove passato e futuro, reale e illusorio, sembrano incontrarsi e confondersi in un continuo e molteplice gioco di simbiosi e sovrapposizioni. Ne risulta un’operazione di decostruzione della realtà apparente nel tentativo di ricomporre un universo soggettivo intercettato in un futuro remoto e supportato da disciplina e analisi” . E proprio di questi temi si parlerà durante l’incontro con l’artista e il curatore che si terrà domenica (15 settembre) alle 18.
“Mythos e Protos – afferma lo stesso Borghetti – è la materializzazione del viaggio di un’umanità lontana, un’archeologia futura di un uomo che riscopre il passato di altri mondi, trovando le tracce del proprio presente. Mythos e Protos: guardare il passato per scoprire il futuro. Un’indagine archeologica su altri mondi per scansionare il nostro presente”. Ecco allora che, nonostante ci proietti in atmosfere fantascientifiche di un futuro remoto, Maicol Borghetti “cattura le nostre quotidiane difficoltà psicologiche arrivando a rendere familiari persino le difformità epidermiche dei suoi personaggi, che potrebbero provenire da racconti mitici di un futuro lontano. Molte delle sue figure, quasi in stato di ibernazione o crio-preservazione, sono pronte a tornare in stato cerebrale e fisico attivo in un universo che, in quanto fenomeno, potrebbe essere solo una rappresentazione illusoria della vita”.
Le sue sono figure totemiche, prive di riferimenti temporali, morfologicamente riconoscibili come “umanoidi”, ma al tempo stesso uniche e diverse da tutto e tutti. Personaggi che ci ricordano quelli dei racconti di Philiph K. Dick, senza però essere “replicanti post apocalittici”. Ma in fondo siamo proprio sicuri che sia così? Borghetti ci sta raccontando un’autentica favola di fantascienza. Crediamogli.

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