Scrittrici e artiste, i talenti si raccontano al Jazz Donna foto

Quando tre donne si incontrano danno vita a scenari fantasticamente reali. Raccontare è un’arte che passa attraverso la scrittura, il fumetto, la fotografia. Trasmettere è l’obiettivo in quella strada più o meno tracciata da seguire. Lo sanno bene Flavia, Caterina e Beatrice, tre donne, tre talenti, tre artiste che ieri pomeriggio (18 ottobre), con la moderazione di Ilaria Lonigro, a Palazzo Ducale hanno parlato di ciò che le ha portate a sedere alla tavola rotonda sui Talenti al femminile nell’ambito di Lucca Jazz donna. A introdurre nell’atmosfera dell’incontro sono stati la voce di Alice Tarabella e il piano di Nicola Puccetti. Flavia Piccinni, giornalista, scrittrice ed editrice è la prima a prendere parola per trasportare il pubblico della sala Tobino nelle esperienze e nelle storie che l’hanno portata a scrivere Nella setta e Bellissime, due libri inchiesta vincitori di molteplici premi.

“Per scrivere il mio ultimo libro, insieme a Carmine Gazzanni, ho incontrato decine di persone che hanno vissuto dentro organizzazioni settarie come Damanhur e Scientology – racconta Flavia Piccinni – e ho parlato con le loro sofferenze per poi scendere in campo e avvicinarmi in incognito a una di queste. Ho notato che ciò che lega queste organizzazioni è il bombardamento d’amore con cui vieni accolto, ti fanno sentire compreso, ti capiscono. Non è un caso se oltre 4 milioni di italiani ne fanno parte”. Flavia oggi sarà alla festa del cinema a Roma in gara per il docufilm ispirato dal libro Bellissime, una riflessione sul mondo delle baby miss. “Per caso un giorno mi trovai a una sfilata di bambine vestite e truccate come delle vere trentenni – spiega Flavia -. Sono partita da lì per indagare quel mondo e di conseguenza la società, partecipando agli eventi in giro per l’Italia e parlando coi giovanissimi protagonisti. Ma poi, insieme ad Antonella Gaeta abbiamo deciso di raccontare anche cosa accade dopo, quando la popolarità, superato il metro e 30 si spegne. Così abbiamo parlato della storia di Giovanna Goglino e delle sue sorelle nonché della loro madre che oggi, sessantenne, continua a sfilare e a ottenere un successo maggiore delle sue figlie, in lista per fare le influencer”. Dopo Flavia a prendere parola è Caterina Rocchi insegnate e fondatrice a soli 17 anni della Lucca Manga school. Amante del fumetto giapponese fin da bambina è cresciuta viaggiando tra i due paesi per portare a Lucca il suo sogno e dare la possibilità ai giovani appassionati come lei di imparare quest’arte. “Nei Manga giapponesi ho scoperto tutto un altro mondo, fatto di personaggi femminili e narrazioni intime – racconta Caterina Rocchi – che mi ha portato, già da piccolissima, a desiderare di farne parte. Ho cominciato, sostenuta dai miei genitori, ad andare spesso in Giappone per studiare le tecniche e imparare la lingua fino a che sono riuscita a portare un professore qui per un piccolo workshop scolastico che poi si è trasformato in una collaborazione costante. A 26 anni sono responsabile degli insegnanti, degli alunni e della scuola che avrei voluto”.
Tutt’altra storia è invece quella di Beatrice Speranza, architetta, grafica e grazie a un intreccio di coincidenze tutte al femminile oggi fotografa di professione. “Ci sono tante strade per arrivare ai propri sogni, alcune veloci e altre, come la mia, più lente – racconta Beatrice – Dopo un incontro inatteso con una donna che ha portato i miei scatti fuori dalle mura di casa, ho deciso di licenziarmi dallo studio di architetti per vivere della mia passione. Tramite le fotografie ho documentato la vita rurale femminile in Toscana e viaggiato per realizzare diversi progetti. Nel 2013 ho allestito la mia prima mostra ad Arezzo, fatta di foto ricamate per cercare quella ‘presenza’ che non mi ha mai contraddistinta. Non mi sono mai capacitata delle potenzialità attrattive del mio lavoro, fino a che le mie opere sono state vendute all’asta da Christie’s e apprezzate da moltissimi esperti e appassionati. Così la fotografia è diventata la mia nuova professione”.

Jessica Quilici

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