Lutto per Giulio Giorello, il ricordo di Roberto Pizzi

Lo scrittore lucchese: "Il suo sapere andava oltre ogni barriera"

Morte di Giulio Giorello, il ricordo di Roberto Pizzi.

“Nell’ambito dell’attività culturale svolta dalla Croce Verde – Pubblica Assistenza di Lucca – dice – ho avuto l’opportunità di conoscere di persona Giulio Giorello, del quale si registra, purtroppo, in questo annus horribilis, la recente scomparsa. Addirittura ho potuto sedere vicino a questo grande uomo di cultura, al tavolo degli oratori, nel convegno dal titolo Libertà di scegliere di sé – Riflessioni fra scienza, etica e normativa che si tenne il 30 novembre del 2013 nella sala Tobino di Lucca. Del resto Giorello era spesso in questa città, che apprezzava, a dare lustro ai vari convegni organizzati sempre dalla stessa Pubblica Assistenze della quale era socio onorario. Ricordo quelli intitolati: Il sesso nel cervello – un percorso nelle differenze di genere del 22 novembre 2014; l’ultimo del 21 gennaio 2017: Intrecci – La bellezza del conoscere. Ancora, nel gennaio scorso, era stato gradito ospite della Croce Verde per l’apertura al pubblico della sua biblioteca“.

“Inoltre il filosofo della scienza – prosegue Pizzi – per il quale forse si potrebbe spendere la frase di Ermete Trismegisto, “ciò che sta in alto è come quello che sta in basso, per compiere il miracolo della cosa una”, era attivo partecipante di Lucca Comics, data la sua passione per i personaggi dei fumetti quali Tex Willer e Topolino (per altro di questo personaggio disneyano aveva scritto un prezioso libro dal titolo la Filosofia di Topolino, per niente relegabile nella sfera dell’effimero). Se il critico d’arte Sgarbi veramente commosso ha pianto in pubblico alla notizia della sua scomparsa, l’altro grande scienziato ed umanista Edoardo Boncinelli, legato da tempo in un sodalizio culturale con il filosofo milanese, ha scritto che Giulio Giorello “era una delle voci più pulite del mondo culturale italiano di questi tempi, tempi poco trasparenti e sottilmente tendenziosi”. Proprio Boncinelli, che da buon toscano sa essere graffiante verso la presunzione dei molti che si atteggiamo a “sapienti”, coniò tempo fa l’espressione che “l’intellettuale è colui che ha ricevuto un’istruzione superiore alla sua intelligenza”. Tale definizione, ovviamente, non si può applicare a Giorello, uomo che sapeva rapportarsi con tutti, anche coi più umili, il cui sapere andava oltre ogni barriera. A dimostrazione della sua disponibilità al confronto con tutte le idee, pur non credente, aveva dialogato con il cardinale Carlo Maria Martini, ma ripetute erano state anche le sue presenze nei convegni culturali delle annuali gran logge del Goi. Comunque più organico al mondo laico, ad esso lascia in eredità, fra le sue altre preziose pubblicazioni scientifiche e filosofiche, il libro Di nessuna chiesa. La libertà del laico (2005)”.

“Il mio personale commiato – dice Pizzi – passa attraverso quelle parole di Eugenio Montale, contenute nella poesia del 1953 Piccolo testamento (racchiusa nella sezione La bufera e altro). Tali versi, di forte impianto laico come lo è stata la vita del poeta ligure e di Giorello, ribadiscono la scelta di mantenere la distanza da ogni ideologia (chierico rosso, o nero) e di rifiutarsi di dare certezze (il testamento, appunto, è piccolo e le conclusioni sono provvisorie): Questo che a notte balugina/nella calotta del mio pensiero,/traccia madreperlacea di lumaca/o smeriglio di vetro calpestato,/non è lume di chiesa o d’officina/che alimenti/chierico rosso, o nero”. 

Le esequie di Giorello si terranno a Milano domani (20 giugno) in forma laica, nella casa funeraria San Siro e dopo la cremazione le sue ceneri saranno sparse nel vento di una primavera che sta per finire, ma che non sembra mai iniziata.

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